ROMA – Il portone del liceo classico ‘Tacito’ di Roma si apre per la prima volta intorno alle 12.30, un gruppo di studenti con il pesante fardello del vocabolario “GI” in braccio esce dalla seconda prova della maturita’, la temutissima versione di greco.
Quest’anno i maturandi del liceo classico si sono confrontati con un difficile brano tratto dall’etica nicomachea di Aristotele, dove il filosofo parla dell’importanza fondamentale dell’amicizia, quasi da contraltare alla traccia di ieri sulla solitudine.
Le facce sono stanche, le espressioni cupe, i commenti non si fanno attendere: “Certo che far uscire Aristotele con greco esterno dovrebbe essere considerata una forma di tortura!”, ironizza una ragazza con le sue compagne, ancora troppo preoccupate per rispondere con una sonora risata. C’e’ chi si affretta a cercare la versione tradotta sul proprio smartphone, e la rassegnazione lascia spazio a qualche sporadico urlo di gioia per i pochi passaggi corretti.
“Sentiamo un forte dispiacere perche’ era una prova veramente difficile da affrontare”, commenta Margherita con aria sconsolata. “Una versione impossibile, impossibile davvero!”, rincara Marco, che avendo controllato su internet si dice sicuro che sia “andata male, malissimo, non avremmo preso piu’ di 7/8 su 15”. Il parere e’ unanime: una versione troppo complessa e che nessuno avrebbe previsto. Taglia corto Federica: “Ragazzi basta ripensare a questa seconda prova da incubo, andiamocene a pranzo e a dormire”.
È andata meglio per gli studenti del liceo linguistico, cui e’ stato sottoposto il tema in lingua inglese, in generale meno temuto del francese, “che e’ un macello con tutti quegli accenti” scherza Giorgia. Il volto e’ molto piu’ sereno rispetto ai suoi compagni del classico, “ho scelto la traccia sull’immigrazione, che era un tema abbastanza prevedibile visti i legami con l’attualita’”. Il portone del liceo scientifico ‘Talete’, a qualche centinaia di metri dal ‘Tacito’, tarda invece ad aprirsi. Dentro i ragazzi si stanno ancora scervellando per la prova di matematica, con il problema sulla progettazione di mattonelle (nel quale si nascondono in realta’ dei complessi calcoli di polinomi e integrali) o quello piu’ classico sullo studio di funzione.
I primi maturandi escono all’una e mezza, dribblando il manipolo di giornalisti appostati davanti al liceo per farsi dire come e’ andata, “malissimo, ma sono veramente troppo stanco per farmi intervistare”, risponde rapidamente il primo fuoriuscito. Poi dal portone esce Valerio con gli occhiali da sole e la sigaretta gia’ accesa in bocca; sembra decisamente soddisfatto della sua prova, “penso sia andata abbastanza bene, il problema era fattibile, certo impegnativo, ma con un po’ di dedizione ci si riesce”. Ed ora finalmente un po’ di meritato riposo? “Si’ assolutamente, dopo sei ore cosi’ un po’ di riposo ci vuole”.