Buongiorno, come mamma lavoratrice opero all’interno di una scuola elementare e posso “toccare” con mano la situazione che vivono i miei figli in questo momento particolare.
Fermare nuovamente lo sport per loro sarà una grande sconfitta. Illuderli di “un andrà tutto bene” e poi dover dire loro che non sarà così.. Capisco e vedo che i bambini hanno grandi risorse ma tutto ciò cosa lascerà in loro e in noi?
Non nego che sto per un avere un crollo io, la mamma. Mi sento in una gabbia
Mi sento che oltre al dovere, non esiste un piacere. Il mio piacere ce l’ho in casa ma le relazioni nella mia vita sono sempre state importanti ed ancora più importante è per me manifestare il volersi bene con il contatto fisico.
Grazie per qualsiasi spunto o suggerimento costruttivo. È doveroso che oltre agli STOP siano messi in atto azioni di sostegno psicologico gratuite a tutte le persone in maniera capillare.
Mamma
Cara Mamma,
comprendiamo quanto in questo momento tu possa sentirti doppiamente testimone dei sacrifici e delle privazioni a cui i bambini sono sottoposti. Come tu stessa sottolineavi è fondamentale riflettere non solo sui doveri ma anche interrogarsi sull’area del piacere, del movimento e dei momenti di svago dei bambini. Sembra che in questa allerta costante vengano meno i diritti fondamentali dell’infanzia, come il diritto al gioco e alla spontaneità.
Dal tuo racconto arriva un forte senso di impotenza, frustrazione e di privazione al contatto che vivi su un duplice piano sia lavorativo che personale. Questa fase di contenimento del virus lascerà sicuramente delle tracce nella collettività, portando probabilmente anche grandi cambiamenti. Ma non bisogna vederli solo in chiave negativa, potrebbero essere una occasione per trasformare i limiti in nuove opportunità.
In questo momento è importante restituire soprattutto ai bambini il significato di ciò che accade. Solo avendo più elementi a disposizione potranno, infatti, trovare gli strumenti giusti per arginare le loro paure.
Sentirsi in gabbia, deprivati dal poter manifestare e ricevere affetto e non sapere quando tutto questo finirà sono sensazioni comuni a grandi e bambini. La condivisione ci sembra essere quella area necessaria per sentirsi meno soli e per attivare, soprattutto tra nuovi adulti importanti riflessioni.
Siamo concordi sulla necessità di una rete di sostegno psicologico capillare, che faccia sentir le persone non abbandonate, ma accolte nell’incertezza, nei dubbi e nelle fragilità che questa pandemia sta smuovendo. Non sappiamo da dove ci scrivi, ma a tal proposito possiamo ricordarti che esistono sul territorio varie iniziative di sostegno psicologico a titolo gratuito o tariffe sociali, sia presso i servizi sanitari che con enti privati.
Il momento che stiamo attraversando è obiettivamente difficile e può accadere di avere un crollo, per questo è importante chiedere aiuto, per riuscire a ritrovare la bussola e affrontare il tutto ritrovando un fondo di energia e di speranza.
Noi siamo qui, se avrai bisogno di scriverci nuovamente ti aspettiamo.
Un caro saluto!