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Milano, un’app gratuita contro il bullismo e il cyberbullismo

Al via la sperimentazione per 1200 allievi del liceo Manzoni di Milano

MILANO – Si chiama “Convy School” ed è la nuova applicazione gratuita per scuole e studenti che previene il bullismo e il cyberbullismo. A idearla è stato Valerio Pastore,  un imprenditore con tanti anni di esperienza nella sicurezza informatica di livello militare. Nel 2020 ha deciso di mettere in campo la sua esperienza per trovare una soluzione che potesse aiutare a prevenire nel modo più efficace il bullismo e il cyberbullismo. È così che è nata la app Convy School, il primo strumento tecnologico concreto per i ragazzi. Se qualcuno assiste o subisce atti di bullismo ora può raccontarlo in confidenza usando questa app, proprio come farebbe con un  amico. La scuola, poi, si prenderà cura dei messaggi.

Il meccanismo è semplice: basta scaricare “Convy School”, inserire il proprio numero di telefono, inserire il codice che arriva via sms. Da questo momento si possono scrivere i propri messaggi. Ad esempio: “Marco mi sta bullizzando”. L’sms dopo essere stato inviato si cancellerà entro cinque secondi ma arriverà al referente “Convy School” che se ne prenderà cura.

La app “Convy School” è disponibile per tutti gli istituti scolastici del territorio italiano. Alle scuole viene fornita una licenza annuale che permette di attivare un pannello di controllo sul pc scelto dalla scuola. Il responsabile del contrasto al bullismo avrà la possibilità di gestire le segnalazioni degli studenti tramite un apposito pannello di controllo molto intuitivo. “Il bullismo – spiegano gli ideatori – è un comportamento violento e intenzionale, di natura fisica e psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel tempo e attuato verso persone considerate dal bullo come bersagli facili e incapaci di difendersi. In Italia le vittime di bullismo nelle scuole sono oltre 35.000, e servono strumenti concreti per aiutarle a difendersi. Per questo abbiamo creato la app Convy School”.

A Milano a scegliere di usarla è stato in primis il liceo “Manzoni” che ha capito l’importanza dell’applicazione che ha una grafica molto simile a quella di “Whatsapp” e facile da usare. Il referente non può rispondere al messaggio dello studente ma ha chiara l’identità della vittima e quella dei testimoni e può quindi agire immediatamente. L’esperienza del “Manzoni” sarà monitorata anche dall’assessorato all’Istruzione che la proporrà anche ad altre scuole qualora fosse un successo. 

2021-02-12T12:56:29+01:00