Roma – A quasi due settimane dalla cosiddetta ‘ripartenza’ porte aperte anche per musei e gallerie. Il MAXXI – Museo nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma dedica il mese di maggio a un’importante mostra intitolata Re:Humanism – Re:define the Boundaries, che indaga il rapporto fra Intelligenza Artificiale e arte contemporanea.
La collettiva è curata da Daniela Cotimbo, curatrice e Presidente dell’associazione Re:Humanism con il sostegno di Alan Advantage
Che rapporto c’è fra un arazzo di lana e seta, un algoritmo generativo e l’estinzione delle tigri? Come ipotizzare nuove forme di socialità partendo dallo studio delle barriere coralline attraverso il deep learning? Qual è il confine fra umanizzazione della macchina e disumanizzazione dell’individuo? Che suono hanno le mutazioni del codice genetico? Può il personaggio di un videogame riflettere sulla propria esistenza?
Dalla biodiversità alla coscienza ecologica, dall’identità di genere alla costruzione di nuove forme relazionali, dal rapporto tra esseri umani e dispositivi tecnologici all’esplorazione delle potenzialità narrative e creative di un’intelligenza artificiale
Le trasformazioni dei concetti di Corpo e Identità nell’era dell’Intelligenza Artificiale e le implicazioni politiche che ne conseguono, le nuove modalità di produzione della conoscenza e i cambiamenti introdotti dalla robotica e dal machine learning, la definizione di un approccio antropologico all’IA e le visioni sul futuro del nostro Pianeta. Questi i temi al centro di questa seconda edizione di Re:Humanism che gli artisti hanno interpretato seguendo molteplici traiettorie e concentrandosi su una serie di elementi in grado di creare una nuova visione dello sviluppo tecnologico human-centred. E così, da Berlino, gli Entangled Others hanno realizzato un ecosistema acquatico digitale in 3D, l’artista svizzera Johanna Bruckner ha creato un video che ha come protagonista un sex-robot gender fluid, il collettivo Umanesimo Artificiale si è occupato di tradurre in suono le mutazioni del DNA, mentre da Harward il duo americano-libanese tutto al femminile Elizabeth Christoforetti & Romy El Sayah ha immaginato veri e propri quartieri di corpi-casa.
E se dalla New York University il cinese Yuguang Zhang indaga il confine fra umano e artificiale, artisti come Irene Fenara, Mariagrazia Pontorno e il russo Egor Kraft con le loro opere hanno stabilito una connessione fra tecniche antiche e tecnologie contemporanee; mentre Numero Cromatico e Carola Bonfili hanno trasportato forme e pratiche della tradizione letteraria nei mondi della realtà virtuale e dell’IA.
RE:HUMANISM TALK E DIRETTE
Durante il periodo della mostra, si svolgeranno una serie di incontri e talk, sia in presenza che in streaming, con alcuni esperti di Intelligenza Artificiale, con gli artisti e con esponenti del mondo dell’arte e della cultura contemporanea.
DIECI LE OPERE IN MOSTRA
Le dieci opere in mostra sono i progetti finalisti della seconda edizione del Re:Humanism Art Prize che attraverso una call for artist internazionale ha raccolto oltre duecento candidature da tutto il mondo.