Acqua minerale, scatta l’allarme: secondo gli esperti dovresti smettere subito di berla

Una recente ricerca sull'acqua minerale in bottiglia ha portato alla luce aspetti allarmanti che potrebbero sconsigliarne il consumo.

Nell’aprire una bottiglia d’acqua minerale e berne un sorso siamo convinti di fare una scelta ottimale per la nostra salute. Forse sarà il caso di riconsiderare invece il ricorso all’acqua del rubinetto, che è sicura da bere e sottoposta a numerosi testi di qualità. Gli esperti infatti hanno portato alla luce dei dati allarmanti sull’acqua confezionata.

Acqua in bottiglia
Acqua minerale, scatta l’allarme: secondo gli esperti dovresti smettere subito di berla – Diregiovani.it

Prima di tutto c’è da considerare che l’acqua imbottigliata ha un impatto ambientale per nulla trascurabile. Ma sull’acqua in bottiglia pesa soprattutto un’incognita per quanto riguarda la nostra salute. Lo hanno scoperto alcuni ricercatori statunitensi in uno studio recente. Ecco perché l’acqua di rubinetto potrebbe essere la scelta migliore sotto tutti i punti di vista.

Acqua minerale in bottiglia, gli esperti lanciano l’allarme

La nuova ricerca americana rivela che l’acqua in bottiglia potrebbe contenere fino a 100 volte in più di particelle di plastica rispetto alle stime. Lo ha mostrato uno studio sulle microplastiche da parte di un team di ricerca della Columbia University e della Rutgers University. I dati emersi dall’indagine pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science sono allarmanti.

Usando una tecnologia innovativa basata su un avanzato metodo laser, gli esperti hanno identificato una particelle di plastica nell’acqua in bottiglia molto superiore a quella stimata da studi precedenti. Gli scienziati hanno analizzato tre popolari marchi d’acqua in bottiglia commercializzati negli Stati Uniti, scoprendo che ogni litro d’acqua confezionata contiene tra le 110 mila e le 370 mila particelle di plastica.

Nanoplastiche
Acqua minerale in bottiglia, gli esperti lanciano l’allarme – Diregiovani.it

Si tratta di una media di circa 240 mila particelle di plastica per litro. Quello che preoccupa di più è che all’incirca per il 90% queste particelle sono nanoplastiche di dimensioni talmente ridotte da risultare invisibili all’occhio umano ma potenzialmente nocive per l’organismo. Le conclusioni dei ricercatori sono chiare: gli studi precedenti avevano molto sottostimato il problema.

In precedenza la stima del numero di microplastiche era fino a 100 volte inferiore ai nuovi dati. Ciò vuol dire che chi beve abitualmente l’acqua confezionata potrebbe ingerire quantitativi di plastica ben superiori a quanto stimato fino ad adesso, con conseguenze ancora sconosciute sulla salute umana.

Ancora sono allo studio infatti gli effetti a lungo termine delle nanoplastiche sul corpo umano. Ma la loro capacità di penetrare nei tessuti e potenzialmente andare a interferire con le nostre funzioni biologiche essenziali è oggetto di una crescente preoccupazione all’interno della comunità scientifica. Alla luce di questa scoperta l’acqua del rubinetto e l’adozione di sistemi di filtraggio domestici appaiono soluzioni alternative da valutare con grande attenzione. 

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