Un nuovo capitolo sta per aprirsi nel panorama delle politiche familiari italiane. A cominciare dal 2026 potrebbero cambiare molte cose per quanto riguarda il congedo parentale con conseguenze rilevanti per una platea di milioni di genitori. Il governo sta vagliando ipotesi che, ancorché in fase embrionale, già hanno acceso l’attenzione.
Il congedo parentale, finora considerato uno strumento per conciliare vita lavorativa e familiare, è da tempo al centro del dibattito politico. Qualcuno lo vede come una misura bisognosa di implementazione mentre altri lo considerano un punto di partenza sul quale far leva per interventi strutturali più ambiziosi. Oltre ai criteri di accesso, in ballo ci sono l’entità economica del congedo parentale e la platea dei destinatari.

In attesa che siano divulgati i dettagli ufficiali dei cambiamenti in vista per il congedo parentale, pare che il prossimo anno possa segnare una svolta significativa per le famiglie italiane. Si prospetta un cambio per quanto concerne lo scenario attuale. Ecco quali variazioni potrebbero aver luogo nel 2026.
Congedo parentale, quali novità potrebbero scattare nel 2026
L’esecutivo sta pensando di aumentare l’indennità del congedo parentale a partire dal 2026. Le ipotesi sono ancora in fase di studio, ma la manovra di Bilancio potrebbe ampliare la misura e estenderne la portata. Non si parla tuttavia di aumentare gli importi del congedo quanto del periodo. In alternativa, si tratta di innalzare la soglia nei mesi successivi. In questo senso era già intervenuta la legge di Bilancio 2025.
L’ultima manovra ha stabilito che per un massimo dieci o undici mesi complessivi l’indennità viene riconosciuta per tre mesi pari all’80% dello stipendio e per gli altri sei mesi pari al 30% dello stipendio. Prima di queste modifiche l’indennità di congedo parentale prevedeva che solo un mese venisse retribuito all’80% dello stipendio e i sei mesi aggiuntivi indennizzati al 30%.

A partire dal 2026 il congedo parentale – se troveranno conferma le ipotesi al vaglio del Governo Meloni – potrebbe diventare ancora più vantaggioso per i genitori. I mesi coperti dall’indennità all’80% potrebbero passare da tre a quattro e potrebbe essere aumentata la percentuale di retribuzione – adesso fissata al 30% – per gli altri mesi di congedo. Sul tavolo delle possibilità c’è anche l’ipotesi di legare agli aumenti al reddito familiare.
In quest’ultimo caso gli aumenti verrebbero collegati, come da prassi nel campo delle agevolazioni pubbliche, a determinate soglie ISEE. Al momento però non c’è ufficialità per le modifiche all’esame del Governo. Le possibili novità diverranno effettive soltanto dopo l’approvazione della prossima legge di Bilancio e la pubblicazione del testo della manovra in Gazzetta Ufficiale.

