La differenza, come si dice in questi casi, l’hanno fatta i singoli. I Campioni, quelli con la ‘C’ maiuscola, quelli abituati a palcoscenici in cui hanno dettato legge fino allo scorso anno. La Juve non ha affatto sfigurato al cospetto del gigante Real Madrid, la cui potenza di fuoco offensiva è stata parzialmente disinnescata da un’ottima prova collettiva soprattutto in fase difensiva. Per la verità c’è anche un po’ di rammarico per una grande occasione avuta sullo 0-0 da Dusan Vlahovic.

Involatosi verso l’area avversaria dopo una corsa spalla a spalla di oltre 40 metri con Eder Militao, il serbo si è visto murare la conclusione da un super intervento di Courtois, solito baluardo salva-risultato quando la sua squadra concede, di tanto in tanto, delle ripartenze potenzialmente letali.
Un po’ per scelta ma un po’ anche costretto dal valore delle Merengues, il tecnico bianconero Igor Tudor ha impostato una gara prevalentemente difensiva, affidandosi anche all’ottima vena di un Di Gregorio in versione deluxe. Come però spesso accade in questi casi, è impensabile arrivare a fine partita senza concedere nemmeno una rete ad una squadra che annovera tante prestigiose frecce al suo arco. Detto fatto. Anche con un briciolo di fortuna, è arrivato il gol decisivo di Jude Bellingham, bravo a farsi trovare pronto dopo la carambola sul palo colpito dallo scatenato Vinicius Jr.
Alla resa dei conti, nonostante una gara affatto disprezzabile, i bianconeri sono usciti dal ‘Bernabeu‘ senza aver raccolto nemmeno un punto. E con una classifica che li vede ora temporaneamente fuori anche dai Playoff di Champions per via del 25esimo posto nella ‘Phase League‘.
Tudor trema, avanza minacciosa l’ombra di Spalletti
Alla Continassa non c’è però più tempo nemmeno di leccarsi le ferite. Domenica sera la ‘Vecchia Signora’ sarà di scena all’Olimpico di Roma contro una Lazio affamata di punti, mentre poi in rapida successione ecco arrivare gli impegni contro Udinese, Cremonese, Sporting CP e Torino a chiudere il cerchio prima della sosta per le Nazionali di metà novembre.

Queste gare, alcune delle quali non esattamente impossibili per la Juve, saranno determinanti per il futuro dell’allenatore croato, che non vince dal 13 settembre. La sua squadra, dopo aver interrotto la striscia di 5 pareggi consecutivi tra Serie A e Champions, è ora reduce da due sconfitte di fila. Se la tendenza non verrà invertita la dirigenza, suo malgrado, dovrà seriamente pensare a dare il benservito al tecnico.
Si vocifera che la sostituzione – possibile solo in caso di mancate vittorie nei match di avvicinamento al derby – possa avvenire proprio nella settimana antecedente la stracittadina, con un certo Luciano Spalletti che già sarebbe stato allertato. E che avrebbe dato la sua disponibilità di massima a rientrare dalla porta principale – forse la più prestigiosa – nel suo esercizio di allenatore motivato a cancellare la negativa esperienza come CT della Nazionale azzurra.

