hamburger menu

Wi-fi spento nelle scuole di un paese nel torinese. Comune sotto accusa

ROMA – Strano Paese l’Italia. Dinanzi agli sforzi del governo che punta tutto sulla scuola e sulla sua proiezione nel futuro grazie alla tecnologia, il sindaco di un piccolo paese del torinese, Borgofranco, poco meno di quattromila anime ad una manciata di chilometri da Ivrea, chiude le porte di scuole elementari e medie al segnale […]

wi-fi-logoROMA – Strano Paese l’Italia. Dinanzi agli sforzi del governo che punta tutto sulla scuola e sulla sua proiezione nel futuro grazie alla tecnologia, il sindaco di un piccolo paese del torinese, Borgofranco, poco meno di quattromila anime ad una manciata di chilometri da Ivrea, chiude le porte di scuole elementari e medie al segnale Wi-fi. Salvi solo i laboratori grazie alla cablatura degli edifici attraverso i cari e vecchi ‘doppini telefonici’.

“Abbiamo letto molte cose sul web, non siamo in grado di dire con certezza se le onde elettromagnetiche siano dannose oppure no. E’ una scelta precauzionale”, ha dichiarato Livio Tola, il primo cittadino del paesino che le cronache politiche raccontano vicino al Movimento 5 Stelle. Borgofranco rischia ora di creare un precedente. Perché, qualcuno potrebbe chiedersi, “salvaguardare solo quei bambini e non tutti gli altri?”.

All’attacco del sindaco le opposizioni in consiglio comunale ma anche semplici cittadini. Tra le motivazioni addotte il mancato divieto nelle scuole all’uso del cellulare – secondo molti studi scientifici, infatti, mentre un apparecchio wi-fi ha una potenza di trasmissione che oscilla fra i 30 e i 40 milliwatt un cellulare ne raggiunge 300 – e soprattutto in paese sono presenti altre zone frequentate da giovani e giovanissimi con il wi-fi in funzione, prima fra tutte la biblioteca pubblica.

2018-06-05T15:09:49+02:00