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Homo erectus, le sue impronte scoperte in Eritrea dopo 800mila anni

La scoperta è di una missione eritreo-italiana guidata dall'Università La Sapienza di Roma

homo erectus coppaROMA – Hanno circa 800mila anni le impronte di Homo erectus individuate e fotografate nel deserto della Dancalia, Eritrea, dalla missione eritreo-italiana guidata dal professor Alfredo Coppa dell’Università La Sapienza di Roma. Una scoperta scientifica importantissima che potrebbe gettare nuova luce sui progenitori dell’uomo moderno.

Le impronte, impresse nella sabbia indurita accanto a quelle di antilopi ormai estinte, sono state ritrovate nel sito di ad Aalad-Amo, nella parte orientale del Paese e possono raccontare molte cose. Facile partire dal sito di ritrovamento. La sabbia indurita che ha catturato le impronte lascia ad intendere che in quella zona ci fosse un lago con intorno una verde prateria. Oggi la zona è, invece, completamente desertica. “Che si tratti di impronte di piedi è particolarmente interessante”, ha spiegato il professor Coppa alle agenzie di stampa. “Quelle che abbiamo scoperto potrebbero essere le uniche impronte sicure di homo erectus. Analoghi ritrovamenti in altri luoghi sono stati effettuati in habitat in cui oltre all’homo erectus convivevano altri ominidi. In Dancalia, al tempo, viveva invece esclusivamente l’homo erectus”.

Dall’esame delle impronte, inoltre, i ricercatori potranno stabilire l’andatura, il peso e l’altezza dell’Homo erectus che le ha lasciate. La spedizione scientifica, a guida italiana, non è certo delle più facili e, come ha spiegato lo stesso Coppa, “il governo eritreo ci supporta soprattutto sulle parti logistiche; in questo ci è di grande aiuto. Noi lavoriamo nel deserto, in uno dei posti senz’altro più caldi al mondo. Siamo lontani dai centri abitati, non c’è acqua, e l’aiuto del governo è fondamentale”.

homo erectus impronte due

2018-06-05T17:20:29+02:00