ROMA – Le petizioni on line negli ultimi anni sono diventate sempre più numerose e, a giudicare dai numeri raccolti da alcune di queste, sono tantissimi gli internauti pronti a sottoscriverle. Change.org, sito internazionale dedicato proprio alle piattaforme on line, è però in questi giorni sotto osservazione.
Change.org, a rischio la sicurezza dei dati?
Dove vanno a finire i dati degli utenti che si iscrivono? Come e dove vengono conservati i dati stessi? Sono questi gli interrogativi che il Garante della privacy si è posto e che ha raccolto in un’istruttoria recapitata alla piattaforma on line.
Il Garante. in primo luogo, vuole capire come viene tutelata la riservatezza dei firmatari delle petizioni. Spesso si tratta di iniziative dal valore socio-politico e quindi a maggior ragione è necessaria una garanzia a tutela delle opinioni sensibili espresse.
L’autorità nazionale che tutela la privacy dunque chiede a Change.org di spiegare come vengono acquisiti i dati e lo scopo peculiare del trattamento dati delle persone che aderiscono alle campagne online. Nell’istruttoria viene poi chiesto di specificare in che modo, le persone che accedono alla piattaforma, vengono informati sulle vigenti regole della privacy.