ROMA – Bruce Springsteen soffriva di depressione. Il Boss si racconta dalle pagine della sua autobiografia “Born to run”, titolo omonimo al brano del 1975. Pagine scritte a cuore aperto con la volontà di non nascondere nulla ai propri fan.
Dal rapporto con il padre alla malattia che gli ha fatto trascorrere anni terribili. L’anteprima è arrivata con un’intervista a Vanity Fair.
Bruce Springsteen soffriva di depressione: “Non mi lasciava mai”
“Ovunque fossi e con chiunque mi trovassi, la depressione non mi lasciava mai. Non sapevo inquadrare i suoi parametri”
Così, Springsteen racconta la sua lotta continua contro la depressione le cui prime avvisaglie sono arrivate alla soglia dei 60 anni.
“La depressione mi ha stroncato tra i 60 e i 62 anni. Poi ancora tra i 63 e i 64 anni. Non è un buon record. Patti (Scialfa, la moglie. Ndr) osservava un treno merci che andava verso il basso, carico di nitroglicerina e rapidamente fuori pista… lei mi ha portato dai dottori dicendo: ‘Quest’uomo ha bisogno di una pillola’”
Quattro anni di medici e psicologi. Poi la fine della battaglia nel 2011. Periodo in cui, tra l’altro, sforna “Wrecking ball”, diciassettesimo album di studio in cui è contenuta “This Depression”.
Un pensiero continuo, racconta ancora Bruce, l’ha accompagnato per tutti quegli anni: la paura di diventare come suo padre. L’uomo, oltre al vizio dell’alcool che gli fece abbandonare gli studi, soffriva di agorafobia; un disturbo che porta chi ne soffre a strapparsi i capelli. Ma Springsteen padre e Springsteen figlio non hanno mai avuto un buon rapporto. La rockstar ha, infatti, confessato di essere riuscito solo prima della sua morte a dirgli ‘ti voglio bene’.
Nel passato di Springsteen c’è anche un intervento chirurgico. L’interprete di “Darkness on the Edge of Town” ha raccontato dell’intervento chirurgico a cui si è sottoposto tre anni fa, a causa di un intorpidimento cronico al lato sinistro del corpo che gli impediva di suonare la chitarra. Un intervento delicato in cui ha rischiato di perdere per sempre la sua carriera di musicista.
Questi sono solo alcuni dei punti di “Born to run”, nelle librerie dal prossimo 27 settembre e scritta a partire dal 2009. Ecco lo stesso Bruce raccontare com’è nata l’idea di buttarsi in questa avventura.
USA, concerto di 4 ore a Philadelphia. Bruce Springsteen batte tutti i record
Racconto autobiografico a parte, Bruce Springsteen ha battuto tutti i record nel concerto dello scorso 7 settembre al Citizens Bank Park di Philadelphia. Insieme alla sua E Street Band, il Boss ha cantato e suonato per ben quattro ore e quattro minuti. 244 minuti in totale per 34 brani, tre ore in più rispetto al concerto del 30 agosto a East Rutherford. Il live di Philadelphia diventa così il concerto americano più lungo. L’instancabile Springsteen si ripeterà al Citizens Bank Park venerdì 9.
La scaletta:
“New York City serenade”
“Does this bus top al 82nd Street?”
“It’s hard to be a Saint in the city”
“Growin’ up”
“Spirit in the night”
“Lost in the flood”
“Kitty’s back”
“The E Street Shuffle”
“Incident on 57th Street”
“Rosalita (Come out tonight)”
“The fever”
“Thundercrack”
“Night”
“No surrender”
“The ties that bind”
“My love will not let you down”
“Death to my hometown”
“Jack of all trades”
“American skin (41 shots)”
“The promised land”
“Hungry heart”
“Darlington county”
“Working on the highway”
“Downbound train”
“Because the night”
“The rising”
“Badlands”
BIS:
“Streets of Philadelphia”
“Jungleland”
“Born to run”
“Dancing in the dark”
“Tenth Avenue freeze-out”
“Shout”
“Bobby Jean”