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Rarissimo Ibis Eremita vittima del bracconaggio. LAV: “Un atto crudele e criminale”

La specie è ad elevatissimo rischio di estinzione

iris eremita bracconaggioROMA – Ancora un Ibis Eremita vittima del bracconaggio: sabato scorso nei pressi di Thiene (Vicenza) un altro rarissimo animale, appartenente alla specie ad elevatissimo rischio di estinzione, è stato ucciso da una cartuccia esplosa da un fucile da caccia a pochi metri di distanza.

“Un atto crudele e criminale, compiuto nei confronti di un animale così particolare che nessuno avrebbe potuto confondere con altre specie – afferma Massimo Vitturi, responsabile LAV  Area Animali Selvatici – per questo ci aspettiamo una dura presa di posizione delle associazioni venatorie che dimostrino, con i fatti, la loro condanna del bracconaggio aiutando gli inquirenti ad individuare il responsabile dell’uccisione!”.

È il secondo caso a poche settimane dalla condanna emessa il 13 settembre scorso dal Tribunale di Livorno nei confronti di un cacciatore, riconosciuto colpevole dell’uccisione di una coppia di Ibis che gli è costata la revoca della licenza di caccia per “uccisione di specie particolarmente protetta”. A settembre, infatti, un altro Ibis Eremita era stato ucciso in provincia di Grosseto.

“Ora chiediamo con forza che anche gli inquirenti veneti impegnino le risorse necessarie per individuare il responsabile di quanto accaduto nei pressi di Thiene –  prosegue Vitturi – l’uccisione di un animale così raro non può e non deve restare impunita”.

ibis_eremitaIris Eremita a rischio estinzione

Nel 2013 l’intera popolazione selvatica migratrice planetaria di Ibis Eremita era composta da un solo individuo presente in Medio Oriente. Allo scopo di reintrodurre una popolazione vitale in Europa, è stato predisposto uno specifico progetto finanziato dall’Unione Europea che coinvolge la Germania, l’Austria e l’Italia.

Il progetto LIFE+ Waldrapp prevede di far nascere in cattività gli uccelli e successivamente di “accompagnarli” durante la loro fase di migrazione dai Paesi del Nord Europa all’Italia, mediante l’uso di rilevatori GPS e alla presenza dei ricercatori che ne predispongono la rotta a bordo di velivoli ultraleggeri che gli Ibis riconoscono come genitori adottivi.

Un progetto ambizioso che l’8 ottobre scorso ha visto Tara – un Ibis nato nel 2011 e dal 2014 dotato di trasmettitore GPS – in compagnia del giovane Enno, stabilirsi temporaneamente nella zona di Thiene (VI), dopo la trasvolata delle Alpi. Dalle ore 09 di quel giorno, però, i ricercatori hanno subito notato che qualcosa non stava procedendo come pianificato. il segnale GPS continuava a provenire sempre dallo stesso punto, senza alcun segno di spostamento. Fino a che non si è giunti all’amara scoperta: l’animale era stato  brutalmente ucciso. E’ stato sufficiente sottoporre il corpo a radiografia per evidenziare un numero impressionante di pallini da caccia conficcati nei tessuti.

La piaga del bracconaggio

Nel nostro Paese i cacciatori provocano ogni anno la morte di milioni di animali e quanto accaduto dimostra che neppure le specie particolarmente protette a livello mondiale sono sicure.

“Ora chiediamo alle Istituzioni di attuare misure straordinarie per la tutela degli Ibis Sacri che fanno parte di un progetto finanziato dall’Unione Europea. Il primo atto concreto, oramai non più rinviabile, consiste nell’istituire il divieto di caccia in tutte le aree attraversate dalle migrazioni. Solo costringendo i cacciatori a starsene a casa si potrà evitare il ripetersi di fatti tanto crudeli quale l’uccisione di un Ibis adulto che stava insegnando ad un giovane la rotta della loro migrazione”, conclude Vitturi.

2017-05-11T12:46:09+02:00