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Scuola. Con Indire una nuova didattica per una società multilingue

A Roma la premiazione del Label Europeo delle Lingue 2016 e il seminario Epale per insegnare l'italiano ai migranti

3 Dicembre 2016

indire_3 ROMA – Imparare le lingue per integrarsi, arricchirsi e conoscersi in un’Europa in cui è necessario rinnovare lo slancio comunitario anche attraverso la protezione e promozione della diversita’ linguistica. Per questo il settore dell’istruzione e della formazione si è dato appuntamento ieri a Roma in occasione della premiazione Label europeo delle Lingue 2016 e di un seminario pomeridiano EPALE sull’insegnamento dell’italiano ai migranti, una giornata organizzata dall’Agenzia nazionale Erasmus+ INDIRE nello ‘Spazio Europa’ di Palazzo Campanari, sede della Rappresentanza italiana della Commissione europea.

I progetti vincitori

Quindici i progetti vincitori della sedicesima edizione del Label europeo delle lingue, il riconoscimento di qualità della Commissione europea attribuito ogni due anni ai progetti capaci di promuovere e innovare l’insegnamento delle lingue attraverso pratiche didattiche efficaci. 10 i progetti realizzati nell’ambito dell’istruzione, dalle scuole alle universita’ ai percorsi didattici per adulti, e 5 quelli svolti nelindire_4 settore della formazione professionale, tutti selezionati dalle Agenzie Erasmus+ INDIRE e INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) per il contributo apportato in situazioni spesso complesse e in cui l’apporto di una didattica dedicata ha condotto a risultati concreti. È il caso del Cpia 2 (Centro provinciale istruzione degli adulti) di Firenze con sede a Pontassieve in cui 13 studenti provenienti da 7 Paesi del mondo, tra cui molti minori non accompagnati, hanno imparato la lingua inglese come lingua veicolare attraverso una modalità di apprendimento legata alla scoperta del territorio e dell’olio del Chianti.

“È stata una sfida lavorare su tematiche complesse promosse dal progetto perche’ i minori stranieri non accompagnati partivano da una base scarsa di alfabetizzazione funzionale nella propria lingua- spiega a diregiovani.it la docente di Lettere del Cpia Valentina Verze- Si tratta però di una sfida vinta perché i ragazzi hanno lavorato molto bene tra di loro, realizzando delle videointerviste e sentendosi coinvolti nel progetto almeno quanto noi”. Occasioni di conoscenza ma anche di crescita personale, come ha voluto sottolineare al portale d’informazione per ragazzi la preside dell’I.C. di Villaputzu Tiziana Meloni, perché attraverso questi progetti “i bambini hanno avuto la possibilità di spostarsi e di sviluppare l’apprendimento in contesti linguistici e culturali differenti, fuori dalle aule scolastiche, con ricadute positive in termini di competenze di cittadinanza attiva e di proiezione in un contesto internazionale e plurilingue”.

indire_2Il multilinguismo veicolo di socialità

Un progetto, quello dell’I.C. di Villaputzu in Sardegna, che si è avvalso anche del contributo della piattaforma della comunità delle scuole europee eTwinning che, come racconta a diregiovani.it la docente Alessandra Basso, ha permesso, “di affiancare alla mobilità reale una mobilità virtuale e di continuare ad avere contatti con i Paesi partner una volta che il progetto è terminato”. Un multilinguismo che diventa per i ragazzi veicolo di socialità in città e territori sempre più globalizzati e multietnici, come raccontano Claudia Russo e Shadi Ramadan, sceneggiatrice e attore del film di Daniele Gaglianone ‘La mia classe’, nel corso della seconda parte della giornata. L’insegnamento della lingua italiana ai migranti è infatti il tema del seminario organizzato nel pomeriggio dall’Unità nazionale EPALE, la piattaforma web multilingue dedicata all’apprendimento degli adulti creata dalla Commissione Europea per migliorare la qualità e l’offerta formativa nell’ambito della formazione permanente, che in Italia con la gestione INDIRE ha raggiunto gli oltre 2000 utenti registrati. Il film nasce dall’esperienza concreta di Claudia Russo come insegnante di italiano L2 in una classe di migranti in cui, come Ramadan “non c’era rapporto tra insegnante e studente e questo aiutava il dialogo spontaneo”.

Un’esperienza legata all’attività di Passaparola della rete Scuole migranti, che riunisce le associazioni di volontariato che insegnano italiano ai migranti. “Tra le altre attività abbiamo deciso di organizzare, come rete, delle passeggiate didattiche miranti alla verifica della conoscenza della lingua ma anche alla conoscenza del contesto fisico e storico-artistico in cui il migrante si trova- spiega a indirediregiovani.it Renato De Luca, tra i coordinatori di Scuolemigranti- Abbiamo visitato luoghi sede dell’istituzione, come le visite al palazzo del Quirinale, un’esperienza che va avanti con successo. Ogni visita- prosegue- è condotta da varie associazioni insieme e diventa un momento di socializzazione, confronto e conoscenza e perche’ no, anche di soddisfazione, perché questi ragazzi si trovano per un giorno ad essere simili ai cittadini italiani e ai turisti che ogni giorno girano per le strade di Roma”.

La piattaforma  europea EPALE

Una didattica innovativa quindi, che esce dai banchi di scuola e passa anche attraverso l’uso delle tecnologie più avanzate e interattive, come nel caso di Uugot.it, l’app che insegna la lingua straniera guardando la Tv, promossa come buona pratica nella piattaforma elettronica europea di EPALE e presentata da Francesca Sannazzaro durante il seminario. “Uugot è una start up austriaca- spiega a diregiovani.it Sannazzaro- La sua forza sta nello sfruttare la possibilità di mandare in streaming contenuti televisivi su dispositivi mobili permettendo agli stranieri nel Paese ospite di usufruire di contenuti video con il supporto di sottotitoli interattivi nella stessa lingua del video e di accedere ad un’area personale di apprendimento in cui trovare il vocabolario imparato nel corso del video per esercitarlo e usarlo in diversi contesti”.

2017-05-09T11:43:29+02:00