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L’Erasmus compie 30 anni, storia e curiosità del progetto che unisce i popoli

In un mondo che si chiude, la voglia dei giovani di non avere confini

ROMA – Il progetto Erasmus ovvero la possibilità di studiare, conoscere, lavorare, insomma, di fare esperienza all’estero compie trent’anni. È di sicuro il programma europeo che meglio si conosce e si apprezza. Uno strumento che ha coinvolto e coinvolge, ancora, migliaia di giovani tutti entusiasti di potersi misurare con coetanei e strutture straniere. “Il modo migliore per celebrare questo anniversario e’ rendere le generazioni Erasmus protagoniste nella grande missione di costruire anticorpi etici e culturali contro l’egoismo, i muri e le divisioni che stanno attraversando il nostro Continente”, ha dichiarato l’eurodeputata Silvia Costa.

Erasmus, tutto cominciò in Italia

L’antesignana dei giovani studenti viaggiatori porta il nome dell’italiana Sofia Corradi. Siamo alla fine degli anni ’50 quando Sofia decise di trascorse un anno a studiare giurisprudenza alla Columbia University di New York. Con sua grande sorpresa, al rientro, La Sapienza, la sua università, non le riconobbe quell’anno di studio trascorso oltre oceano. Un episodio che segnò l’inizio di una battaglia per i diritti degli studenti ad ampliare il proprio orizzonte di studio. Trent’anni dopo il riconoscimento di una vittoria con l’avvento del programma Erasmus.

Erasmus, numeri in continua ascesa

Nel 2015, sono state 678.000 le persone che hanno partecipato al programma. L’Italia figura tra le nazioni maggiormente coinvolte. Sempre nel 2015 i giovani italiani che hanno attraversato le frontiere per arricchire il proprio curriculum sono stati 31 mila. Ben 21.500 quelli che invece hanno varcato le nostre Alpi per accedere agli atenei tricolori. Ad accedere al programma Erasmus gli studenti provenienti da tutti gli atenei italiani con in testa alla classifica delle università ci sono Bologna, Roma La Sapienza e il Politecnico di Milano. Tra le mete preferite degli studenti italici Spagna, Francia e Germania.

Erasmus, investire di più sulle politiche educative

“Dobbiamo investire di più sulle politiche educative, occupazionali e culturali e su una agenda sociale comunitaria perché la forza dei giovani sia una grande risorsa per l’Europa” ha aggiunto Costa. “Nel Parlamento europeo abbiamo svolto un ruolo decisivo nel nuovo programma Erasmus plus con un aumento del 50 per cento delle risorse fino al 2020, reinserendo Erasmus Mundus, difendendo lo specifico programma gioventù e l’importante novità del sostegno all’associazionismo sportivo. A novembre abbiamo dedicato una nostra risoluzione ai 100 Mila giovani sotto i 30 anni che hanno sperimentato il servizio volontario europeo nella UE e nel Paesi Terzi e abbiamo proposto di istituire un servizio civile europeo.

Erasmus, nuove iniziative all’orizzonte

Ora, dal 2017, partiranno due nuove iniziative: il corpo di solidarietà europeo per cui chiediamo autonomia anche finanziaria e la mobilita’ in apprendistato”. “Mi auguro – ha infine concluso l’europarlamentare – che tutti gli eventi che si terranno in Europa, a cominciare da quello previsto 24 febbraio a Roma, diventino una grande occasione per restituire ai giovani europei l’immagine e il ruolo, spesso traditi, dando loro la parola”.

2017-01-27T11:52:50+01:00