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Unicusano e Avis insieme per incentivare i giovani a donare il sangue

Giornate formazione per studenti e postazione mobile in Ateneo

Roma – Un protocollo per sensibilizzare gli studenti sull’importanza della solidarietà, della cittadinanza attiva, dei corretti e sani stili di vita. Protagonista l’Università Niccolò Cusano, che questa mattina ha ospitato nel campus di Roma l’Avis per siglare un patto per incentivare il più possibile i giovani alla donazione del sangue: ad apporre le firme, il presidente del Cda dell’Unicusano, Giovanni Puoti, e Maurizio Infantino, presidente della sezione romana di Avis, la più grande organizzazione di volontariato del sangue italiana che, grazie ai suoi associati, riesce a garantire l’80% del fabbisogno nazionale di sangue. Nello specifico, l’intesa prevede a partire dal prossimo ottobre, con la ripresa delle attività didattiche, alcune giornate di formazione per gli studenti e la presenza al campus della Cusano, una volta al mese, della postazione mobile Avis per la donazione del sangue.

“Questo protocollo per l’Unicusano è molto importante- spiega Puoti- perché rientra nella cosiddetta terza missione dell’università, che accanto alla ricerca e alla didattica deve porre l’attenzione alla società civile cercando sul territorio tutte le opportunità per sviluppare questo obiettivo. In questo caso, facciamo crescere i temi della convivenza sociale e della formazione sul settore ematico, sperando che l’accordo e tutte le iniziative seguenti costituiscano una vetrina attrattiva per chi è interessato alla problematica e vuole diventare un donatore”. Le speranze sono quelle di una “risposta entusiastica” da parte degli studenti e dei giovani in generale. “Sappiamo che sono attratti da questo tipo di iniziative nel volontariato- sottolinea il docente- e da tutte le collaborazioni utili civilmente per spingere i ragazzi, di solito quelli con i maggiori ideali, alla partecipazione attiva”.

Dal punto di vista di Avis, invece, si tratta di una novità. Il presidente di Avis Roma Infantino lo chiama “un grande passo” verso l’apertura di una prospettiva diversa. “Noi cerchiamo un confronto più ampio con il mondo della cultura– spiega- e crediamo che in questo modo si possa sostenere il valore dell’impegno, della partecipazione e della competenza. In Italia troppo spesso si dice che dobbiamo costruire una cultura meritoria, ma questa si costruisce dalle basi, partendo dalle scuole e dalle università”. In questo senso, “l’Unicusano ha dimostrato da tempo di saper portare avanti questi valori con attenzione e rispetto, con l’impegno necessario per sviluppare la cultura della donazione del sangue: una cultura fondamentale per una società davvero civile e solidale”. Sono molti i ragazzi attivi nel volontariato ma spesso lo scoglio da superare è la ricerca della costanza e della regolarità: quindi predisporre un’autoemoteca proprio all’interno del campus universitario può essere di grande aiuto. “Il giovane è assolutamente interessato a questo tipo di impegni ma è difficile per loro trovare una regolarità che diventa invece centrale per la necessità ematica, e il Lazio in particolare si trova in difficoltà per la disponibilità di sangue”. Ecco perché, conclude Infantino, “con una equipe medica pronta a sostenere qualsiasi necessità, metteremo il giovane nelle giuste condizioni per avvicinarsi a questa esperienza. E poi, ricordiamolo ancora una volta, donare non è affatto complicato e anzi aiuta anche a prendersi cura di se stessi grazie alle analisi svolte, mentre si fa del bene agli altri”.

2017-07-26T16:22:19+02:00