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E’ morto Stephen Hawking, l’uomo della “teoria del tutto”

"Per quanto la vita possa sembrare cattiva, dove c’è vita c’è speranza"

“Per quanto la vita possa sembrare cattiva, dove c’è vita c’è speranza”
Stephen Hawking

ROMA – E’ morto nella sua casa di Cambridge Stephen Hawking, astrofisico di fama mondiale che ha rivoluzionato la moderna cosmologia. Aveva 76 anni, 55 dei quali trascorsi convivendo con una malattia debilitante, che ha invalidato il suo corpo, ma non la sua mente.
Diagnosticata all’età di 21 anni, la SLA lo ha costretto su una sedia a rotelle per tutta la sua età adulta. Dopo un primo momento di depressione, Hawking ha ritrovato la voglia di studiare, regalando al mondo alcune delle più grandi teorie che hanno cambiato per sempre la nostra concezione dell’universo.

La teoria del tutto

La teoria del tutto è l’adattamento cinematografico del 2014 della biografia Verso l’infinito (Travelling to Infinity: My Life With Stephen), di Jane Hawking, diretto dal premio Oscar James Marsh.
Il film non racconta solo la storia di Hawking, ma anche l’amore verso la conoscenza e verso la donna che diventerà sua moglie. Due passioni che lo aiuteranno a superare la più grande difficoltà della sua vita.

Nel 1963, da studente di cosmologia della leggendaria università inglese Cambridge, Stephen (interpretato da Eddie Redmayne) sta facendo grandi passi ed è determinato a trovare una “spiegazione semplice ed eloquente” per l’universo. Anche il suo mondo privato si schiude quando si innamora perdutamente di una studentessa di lettere della stessa Cambridge, Jane Wilde (Felicity Jones). Ma, all’età di 21 anni, questo giovane uomo sano e dinamico riceve una diagnosi che gli cambia la vita: la malattia del motoneurone attaccherà i suoi arti e le sue capacità, lasciandolo con una limitata capacità di linguaggio e di movimento e con circa due anni di vita da vivere.

Mentre il suo corpo affronta limitazioni sempre più grandi, la sua mente continua a esplorare i limiti estremi della fisica teorica.

Insieme, lui e Jane sfidano l’impossibile, aprendo nuovi territori nel campo della medicina e della scienza, e realizzando più di quello che avrebbero mai sognato di realizzare.

Il tempo di Hawking

Il Tempo è sempre stato un argomento che ha affascinato il brillante astrofisico Stephen Hawking: quando ha avuto inizio l’universo, quando finirà, e tutto quello che c’è in mezzo a questi due punti. Il famoso libro del professore A Brief History of Time (Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo) ha venduto più di 10 milioni di copie tutto il mondo. in Ma il concetto di tempo lo ha colpito a livello molto più personale quando, nel 1963 all’età di 21 anni, gli sono stati dati due anni di vita dopo una diagnosi di malattia del motoneurone (MND, che è legata alla sclerosi laterale amiotrofica, SLA, comunemente nota come morbo di Lou Gehrig). Lui voleva vivere, anche con gli incombenti limiti legati al linguaggio e al movimento.

Voleva l’amore, con la donna che sarebbe diventata sua moglie. Sfidando ogni probabilità, avrebbe avuto tutto questo e più ancora. A prescindere da quanto fosse forte la sua volontà, non avrebbe potuto farcela da solo; nel suo viaggio è stato accompagnato da Jane Wilde, che presto sarebbe diventata Jane Hawking. Mente brillante anche lei, si è dedicata a Stephen, al loro matrimonio e alla loro famiglia.

Sopravvivendo alla sua diagnosi decennio dopo decennio, Stephen ha continuato a esplorare i limiti estremi della fisica teorica, arrivando a nuove scoperte fondamentali.

 

 

2018-03-14T11:56:48+01:00