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In chat con il Maxxi, ecco il robot che svela segreti e opere del museo

ROMA – Vai sulla pagina Facebook del Maxxi, manda un messaggio diretto e il gioco e’ fatto: Chatbot diventera’ il tuo compagno di viaggio attraverso l’architettura, l’arte e i segreti del museo progettato dalla grande Zaha Hadid. Semplice, immediata, divertente e innovativa, la guida robotica che ti fa chattare con il museo di via Guido […]

ROMA – Vai sulla pagina Facebook del Maxxi, manda un messaggio diretto e il gioco e’ fatto: Chatbot diventera’ il tuo compagno di viaggio attraverso l’architettura, l’arte e i segreti del museo progettato dalla grande Zaha Hadid. Semplice, immediata, divertente e innovativa, la guida robotica che ti fa chattare con il museo di via Guido Reni ha tutte le caratteristiche per essere un’idea vincente e adatta a tutto il pubblico (basta avere Messenger).

Realizzato in collaborazione con Engineering, leader italiano nella digital transformation, il Chatbot del Maxxi e’ stato pensato come una modalita’ nuova di interazione con i visitatori del museo, senza sostituire il personale umano, ma offrendo una guida alternativa alle collezioni. Una dozzina le opere raccontate in chat per ogni percorso (dai 15 ai 30 minuti) dedicato alle collezioni permanenti Architettura e Arte, all’edificio e alla mostra Gravity, molti gli approfondimenti, le domande a cui la guida risponde e anche quelle che propone lei: un gioco a tu per tu con il robot che, se rispondi correttamente, ti premia con le Museum Coin, monete virtuali da spendere all’interno del Maxxi.

Trecento Coin corrispondono a 3 euro, 600 a 6 e mille a dieci euro da spendere tra sconti sul biglietto d’ingresso e sulle card myMaxxy, visite guidate, cataloghi delle mostre in corso e idee regalo dal bookshop. “Ciao, benvenuto sul Chatbot del Maxxi”, esordisce il robottino superfriendly che si presenta con la sua emoticon, e aggiunge: “Se sei qui al museo, ti posso accompagnare alla scoperta delle collezioni, dell’edificio e di certi angoli segreti”. Dopo la scelta della lingua, italiano o inglese, e qualche spiegazione sul suo funzionamento, inizia il tour. Partiamo dallo spazio esterno scegliendo l’opzione ‘Esplora il Maxxi’. Il Chatbot ci racconta la storia del Museo, la sfida di Zaha Hadid e i lavori di costruzione durati dal 2003 al 2009. L’opzione ‘Le opere in piazza’ parte con un video del grande peschereccio, ‘Mareo Merz’ di Elisabetta Benassi, sistemato di fronte all’ingresso, ne spiega l’origine e il significato, mentre ‘More than meets the eye’, la scritta al neon di Maurizio Nannucci che campeggia sulla facciata dell’edificio, appare in una affascinante versione night.

“Entriamo dentro? Fra poco ti accompagno verso le collezioni”, dice il robottino che prima ci porta a scoprire “il mio pulsante speciale per accumulare Museum Coin”. Proprio dietro le biglietterie, una postazione con un pulsante fa apparire un codice per accumulare le monete virtuali. Entriamo nella Galleria 1 esplorando ‘The place to be’, l’allestimento delle collezioni del Maxxi inaugurato nel maggio 2017. “Riflette sul rapporto dell’uomo con l’habitat, lo spazio che ci circonda”, ci spiega la nostra guida robotica che con una foto ci invita a osservare ‘Wall Drawing #1153 Ripples’, l’opera di Sol LeWitt che “indaga il rapporto tra luce e ombra”. Ecco i primi trecento Coin accumulati grazie a una risposta corretta. Non cosi’ con la seconda: “Vabbe’, lo ammetto- scherza il robottino- era una domanda cattivella”.

Il gioco continua con ‘Senza titolo’ di Mario Merz. Stavolta chiediamo al Chatbot di sorprenderci. Lo fa proponendoci le considerazioni sull’opera dei bambini che hanno partecipato ai laboratori didattici del Maxxi. Rispondiamo con una faccine che ride e andiamo avanti fino a ‘Piccolo sistema’, il progetto di Gianfranco Baruchello. Dalla chat arriva il suggerimento di notare i riferimenti al Surrealismo e di scegliere un aggettivo per descrivere l’opera. Proseguiamo il tour con ‘3,24 mq’, il lavoro del 2004 firmato da Francesco Arena. Il Chatbot ci invita a guardare dallo spioncino posizionato sulla porta interna di quella che sembra una grande cassa da imballaggi. E’ da qui che si osserva uno spazio di 3,24 metri quadrati. “In una prigione simile ha vissuto un uomo, rinchiuso dal 16 marzo al 9 maggio del 1978”, scrive il robot riferendosi ad Aldo Moro. Dopo di lui, le 19 foto di Letizia Battaglia su cui la chat ci propone diversi approfondimenti. Ci fermiamo qui, anche se il robottino e’ dispiaciuto e ci invia tre faccine tristi. “Ma magari ci rivediamo”, ci dice lui. “Perche’ no?”, pensiamo noi.

2018-03-28T18:06:56+02:00