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Holyart, a Reggio Emilia l’Amazon degli oggetti di culto

Holyart è un'azienda italiana specializzata nella vendita di oggetti religiosi online: statue votive, ostie da consacrare, rosari e calici da messa. Situata a Reggio Emilia in un magazzino di cinquemila metri quadri, nel 2018 ha spedito 70mila pacchi in 110 Paesi nel mondo.

ROMA – Statue votive, ostie da consacrare, rosari e calici da messa. In fatto di articoli religiosi il portale Holyart, non ha rivali. Ribattezzata l’Amazon degli oggetti di culto, questa società tutta Made in Italy non ha nulla da invidiare alla creatura di Jeff Bezos: nata quasi per scommessa in un garage di Sassuolo nel 2007, l’azienda (situata a Reggio Emilia in un magazzino di cinquemila metri quadri), vanta sin dall’inizio un fatturato in crescita a doppia cifra, che nel 2018 ha toccato quota sei milioni di euro con 70mila pacchi spediti in 110 Paesi nel mondo. Ciò significa  quarantamila articoli, duecento artigiani italiani tra i fornitori, trenta dipendenti e l’obiettivo di raggiungere quota 10 milioni di fatturato entro il 2020.

Un’intuizione, quella dei soci Stefano Zanni (amministratore delegato della Holyart) e Gabriele Guatteri, nata praticamente per caso: “Siamo partiti in due garage a Sassuolo- ha detto l’a.d. di Holyart- lavorando fuori orario, di notte. Volevamo arrivare a 100 mila euro in tre anni e poi chiudere. Invece ci siamo innamorati di quest’idea e abbiamo continuato. Gabriele Guatteri aveva un negozio fotografico con un reparto di articoli religiosi qui nel Reggiano- ha ricordato Zanni- Quando cessò l’attività mi chiese che cosa fare delle cose nel magazzino. Allora lavoravo nella consulenza d’impresa e insegnavo alla Profingest, la business school fondata da Romano Prodi a Bologna. Vendiamole su Internet, risposi. In Italia non c’era ancora Amazon e sapevamo poco di e-commerce: ci siamo fatti fare il sito e abbiamo cominciato”.

Non solo web però.  Per i clienti meno pratici con internet infatti, Holyart ha predisposto anche un’assistenza telefonica per seguirli passo passo, c’è anche un call center che copre sei lingue. A tutto il resto pensano i trenta dipendenti da tutto il mondo “ci sono ragazzi dalla Francia, dalla Polonia, dal Ghana, dal Kenya, ma anche dagli Usa e dal Sudamerica”- ha concluso Zanni- perchè “se devi vendere al mondo, il mondo deve far parte di te”.

2019-05-13T12:59:49+02:00