hamburger menu

L’Aquila, presentato progetto dedicato al benessere dei giovani

Sinergia tra docenti, pediatri e psicologi

L’AQUILA- “È necessario cambiare il nostro approccio verso i problemi dei ragazzi, che sono in costante trasformazione, o non riusciremo mai ad affrontarli adeguatamente“. Così lo psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma Federico Bianchi di Castelbianco nella sede dell’ufficio scolastico regionale abruzzese, dove questo pomeriggio ha incontrato i dirigenti scolastici delle scuole della regione che partecipano al progetto ‘Benessere a scuola’.

Nato dalla sinergia tra il Miur, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi e la Società italiana di Pediatria, il progetto coinvolge 60 tra scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado della Calabria, della Liguria e dell’Abruzzo, con il coinvolgimento di oltre 30mila studenti e quasi 4mila docenti. L’incontro, aperto da un augurio per il nuovo anno scolastico da parte di Antonella Tozza, direttore dell’USR Abruzzo, è stato organizzato per fare un punto sui risultati dell’anno scorso e per pianificare un intervento adeguato per l’anno appena iniziato.

Il dato interessante dell’anno passato è che abbiamo notato che in regioni diverse si presentavano le stesse problematiche rispetto ai comportamenti a rischio– continua Bianchi di Castelbianco- all’inizio del progetto abbiamo cercato di capire su cosa puntare e abbiamo avuto la solita conferma: i ragazzi e i docenti sono stati estremamente ricettivi; la presenza dei genitori invece, come sempre accade in questi casi, è stata gravemente deludente“.

Dopo queste prime analisi, Bianchi di Castelbianco si è soffermato sui vari comportamenti problematici dei ragazzi di oggi, sui quali il progetto ha l’obiettivo di intervenire positivamente. “Quando si parla di sostanze stupefacenti nelle scuole, ad esempio, ci sono delle problematiche che ancora non si affrontano adeguatamente, si tende a sottovalutare il problema“, sostiene lo psicoterapeuta.

Lo stesso vale per i comportamenti sessuali e coi rischi connessi che oggi si presentano molto prima che in passato– continua lo psicoterapeuta- A causa della pochissima informazione, infatti, continuano ad aumentare gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmesse. E quest’ultimo dato è veramente frustrante, perché si potrebbe intervenire su questo in modo abbastanza semplice, come abbiamo verificato negli istituti in cui abbiamo lavorato a contatto coi ragazzi. Spesso le scuole sono reticenti a partecipare a progetti che affrontano queste tematiche, nascondendo la polvere sotto il tappeto.”

Per questo, secondo lo psicoterapeuta, è fondamentale la presenza dei pediatri per la buona riuscita del progetto, “perché possono vedere i problemi prima degli altri e sono gli unici che vengono ancora ascoltati dai genitori“. “Ai pediatri chiediamo di intervenire prima– continua Bianchi Di Castelbianco- perché i bambini quando arrivano a scuola hanno già tantissimi problemi. Basta pensare al problema dell’obesità infantile, all’insonnia, alla dipendenza costante dagli schermi del cellulare fin dalla prima infanzia. Bisognerebbe intervenire prima, e invece scopriamo i problemi sempre quando diventano ormai eclatanti“.

L’incontro si è chiuso con uno studio dei risultati emersi dai questionari somministrati in parallelo a studenti e docenti alla fine dell’anno scorso. “I risultati dimostrano chiaramente che spesso i docenti tendono a sottovalutare i problemi dei ragazzi- conclude Bianchi Di Castelbianco- rispetto alla percezione della solitudine dei ragazzi, ad esempio, abbiamo una preoccupazione del 7% secondo i docenti, a fronte del 30% degli studenti”.

Per questo il progetto riparte quest’anno con una missione fondamentale: lavorare per ricucire lo strappo comunicativo fra docenti e alunni, per tentare di prevenire i comportamenti sbagliati tipici dell’adolescenza.

2019-09-09T17:48:45+02:00