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Roma, all’ic Regina Elena la didattica del futuro è già realtà

Al via la sperimentazione che coinvolgerà più di 100 bambini

ROMA – Una scuola con classi aperte, senza distinzioni di sezione, con una didattica basata su livelli di apprendimento e interessi. Una scuola che accoglie i suoi alunni dalle 8 del mattino fino alle 18, con laboratori creativi e percorsi di grammatica emozionale. Non è un’utopia ma la sperimentazione già in atto nel plesso ‘Enrico Pestalozzi’ dell’istituto comprensivo ‘Regina Elena’ di Roma, dove a metà settembre è partito il progetto ‘Ce la possiamo fare’.

Un nome emblematico che si riferisce “all’impegno dei docenti e delle famiglie ad andare verso l’innovazione. Ce la possiamo fare perché abbiamo voluto lavorare soprattutto sullo sviluppo delle potenzialità latenti ma che ci sono in ogni bambino”, come spiega all’agenzia di stampa Dire Rossella Sonnino, dirigente scolastica dell’istituto. Con più di 800 alunni, l’istituto comprensivo ‘Regina Elena’ accoglie tre tipologie di scuola: infanzia, primaria e secondaria di primo grado.

“Da tre anni abbiamo intrapreso un nuovo modo di pensare e fare scuola, più aderente alle nuove metodologie, alla nostra capacità di essere inclusivi e migliorare i talenti di ciascuno- racconta la dirigente- Abbiamo fatto tanti corsi di formazione su come si lavora a classi aperte e ci siamo detti: perché non provare a sperimentare in alcune classi questi nuovi metodi funzionali?”.

Così, con il nuovo anno scolastico, per i circa 100 bambini della scuola primaria e dell’infanzia del plesso ‘Pestalozzi’ è partita la sperimentazione che coinvolge tutte le classi della scuola. “La sperimentazione nasce anche per fornire alle famiglie l’opportunità di lasciare i bambini a scuola anche oltre l’orario scolastico- aggiunge la dirigente- quando arrivano la mattina, i bambini non hanno più una classe di riferimento ma vengono divisi in due tipologie. Una prima tipologia con i bambini di prima e seconda, un’altra con i bambini di terza, quarta e quinta. Lavoriamo su livelli di apprendimento, creando dei centri di interesse. E l’interesse diventa anche un gruppo di livello”.

I piccoli vengono coinvolti in laboratori che vanno dalle attività grafiche allo sviluppo della creatività fino alla musica, “uno degli aspetti più importanti per aprire la mente del bambino e usare un altro canale comunicativo”, aggiunge Sonnino. Tra le innovazioni anche un percorso di alfabetizzazione emozionale costante, per prevenire eventuali problemi di aggressività o bullismo. “Per noi il lavoro sull’aggressività, ad esempio, non è strettamente legato all’aggressività- prosegue Sonnino- pensiamo ad una scuola che deve proporre tante attività in cui il bambino può trovare la propria centratura”.

Oltre alle insegnanti di ruolo, il progetto è portato avanti dai consulenti esperti dell’Istituto di Ortofonologia (IdO). La sperimentazione si concluderà con la chiusura dell’anno scolastico, alla fine del quale ci sarà una prima valutazione, ma “facciamo un monitoraggio costante che ci aiuta a comprendere cosa sia giusto modificare o approfondire”, spiega la dirigente scolastica. Cosa dicono i genitori?

“Erano titubanti, poi hanno capito che ai bambini poteva essere dato qualcosa di più sempre rimanendo nell’impalcatura della scuola classica- conclude la preside- La nostra, infatti, resta una scuola classica perché il programma, nei gruppi di livello, viene svolto in base alle necessità delle età dei vari bambini, ma i contenuti scelti sono applicabili al di là delle età. Vogliamo lavorare molto sulla creatività per tirare fuori il meglio che c’è in ogni bambino”.

2019-10-16T16:38:54+02:00