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A Sulmona studenti connessi contro il bullismo

Al teatro comunale l'evento finale del progetto dell'agenzia Dire e del liceo Ovidio

SULMONA (L’AQUILA) – Le parole possono essere un ponte o possono essere un’arma, per questo è indispensabile sviluppare un linguaggio consapevole e rispettoso dell’altro, a partire dalla scuola. È nato con questo obiettivo il progetto ‘Generazione connessa contro il bullismo e il cyberbullismo’, promosso dall’agenzia Dire nel polo liceale ‘Ovidio’ di Sulmona. Un percorso che si è concluso questa mattina con l’incontro nel Teatro comunale ‘Maria Caniglia’ di Sulmona, con la testimonianza di Paolo Picchio, padre di Carolina, morta suicida nel 2013 proprio a causa di un grave episodio di cyberbullismo.

“Carolina, una ragazza bellissima e sorridente, è stata tradita da quelli che considerava suoi amici e poi massacrata dalla violenza della rete- ha detto Picchio– ma per fortuna dalla sua tragedia è nata una fondazione che si è battuta per ottenere la prima legge europea che tutela voi ragazzi dal cyberbullismo, approvata nel 2017. Le statistiche ci dicono che un ragazzo su quattro oggi soffre per fenomeni di cyberbullismo- ha continuato Picchio- Nel 2013 già alcune centinaia di ragazzi si erano suicidati per questo, ma nessuno capiva ancora perché. Anche i ragazzi che stavano con lei quella sera dicono che non erano coscienti del male che le avrebbero fatto, perché avevano in mano degli strumenti potentissimi, ma che non sapevano usare, e che hanno usato per fare del male”.

Progetti come quello che ha coinvolto il liceo Ovidio, puntano a sviluppare un uso consapevole delle nuove tecnologie non solo fra i più giovani, ma anche fra gli adulti, che devono essere in grado di capirne i meccanismi per intervenire in modo efficace quando si presentano delle problematiche.

“Dovete sempre essere consapevoli che dall’altra parte degli schermi c’è una persona come voi, in carne ed ossa, che soffre e può rimanere violentemente ferita dalle vostre parole”, ha spiegato Picchio.

Anche Diego Buratta, esperto di educazione digitale della ‘Fondazione Carolina Onlus’, ha spinto i ragazzi e le ragazze a conservare e difendere la propria unicità:

“perché ognuno di voi è un’opera d’arte- ha ripetuto più volte Buratta– e dovete imparare ad amarvi per proteggervi. Spesso i ragazzi mi chiedono ‘come si può contrastare il bullismo?’, ed io rispondo: comincia tu! Comincia tu ad usare le parole giuste con i tuoi compagni di classe, a scuola e sui social network. Dovremmo imparare a non condividere con lo smartphone tutto ciò che ci succede. Ci sono cose che è importante tenere per sé, per preservare la propria intimità”.

Anche i ragazzi e le ragazze sono stati protagonisti della mattinata, portando sul palco le loro riflessioni, le tematiche e le impressioni sollevate dalle varie attività dell’iniziativa. Il progetto ‘Generazione connessa contro il bullismo e il cyberbullismo’, sviluppato con l’agenzia di stampa Dire, ha coinvolto centinaia di studenti in tre attività principali: un gruppo ha partecipato ad una presentazione in lingua inglese del progetto ‘Generazioni Connesse’ al ministero dell’Istruzione, con rappresentati della Commissione Europea, mentre quaranta studenti e studentesse si sono sfidati in un hackathon sulla prevenzione del cyberbullismo, e un ultimo gruppo è stato coinvolto in un corso di giornalismo incentrato sul valore del linguaggio, sul rispetto delle differenze e sull’uso consapevole di internet e dei social network. Perché se è vero che il bullismo non è un fenomeno nuovo in ambiente scolastico, la diffusione di smartphone e social network lo ha reso ancora più pericoloso.

“Vogliamo sinceramente spingervi a non restare in silenzio se siete vittime di bullismo- ha consigliato Letizia, portavoce del team vincitore dell’hackathon, ai suoi compagni- non permettete che facciano di voi delle vittime, non accettate la definizione di nessuno sulle vostre vite, piuttosto definite voi stessi”.

“Grazie a progetti e riflessioni come queste- ha concluso Paolo Picchio– si fanno rivivere le ultime volontà di Carolina, scritte su un foglio con estrema lucidità, prima del tragico gesto: ‘Spero che adesso siate tutti più sensibili sulle parole'”.

2020-01-22T15:54:31+01:00