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Cosa accadrebbe se un asteroide colpisse la Terra?

Fortunatamente siamo al sicuro per almeno 3 miliardi di anni

Sebbene tema centrale di moltissimi film hollywoodiani, l’impatto con la Terra di un corpo celeste, sia esso un asteroide o una cometa, non è così fantascientifico. Così come la Luna, anche il nostro pianeta in passato è stato colpito da oggetti spaziali. Tra le ipotesi più consolidate sull’estinzione dei dinosauri, infatti, c’è quella di un grande asteroide o di una cometa che impattò con la Terra circa 65,95 milioni di anni fa.

Se un corpo spaziale come una cometa o un asteroide colpisse la Terra, potrebbe spazzare via la maggior parte della vita sul pianeta.

Ad esempio, se un asteroide di 1 km di diametro colpisse il nostro pianeta ad una velocità di 50.000 k/h, produrrebbe un’energia simile a una bomba da 1 milione di megatoni. Per confronto, la bomba atomica rilasciata su Hiroshima aveva una potenza di circa 20 chilotoni (1 megatone equivale a 1.000 chilotoni).

Fortunatamente per noi, di tempo ne abbiamo.

Secondo gli scienziati, infatti, non ci sarà alcun impatto a livello di estinzione per almeno 3 miliardi di anni.

Ma ci sono stati diversi episodi nel corso dei secoli di “incidenti” spaziali.

Il 15 febbraio del 2013 una roccia spaziale riuscì a penetrare l’atmosfera terrestre, nella regione a sud degli Urali, in Russia.

Il meteoroide esplose ad una cinquantina di km sopra la città di Chelyabinsk, generando energia pari a circa 500 chilotoni.
La potente onda d’urto prodotta dall’impatto disintegrò le finestre delle abitazioni, e i vetri finirono per ferire circa 1200 persone, tra cui 159 bambini.

La maggior parte della meteora vaporizzò durante l’esplosione, e solo pochi frammenti raggiunsero la superficie.
Il più grande di questi, dal peso di oltre 570 kg, venne ripescato nel lago Čebarkul.

L’evento suscitò clamore mondiale: era la prima volta che un oggetto celeste causava – seppur indirettamente – danni di questa portata in centri abitati.

Il 30 giugno 1908, si verificò una potente esplosione in una zona remota della Siberia, nei pressi di Tunguska, che devastò centinaia di chilometri quadrati di foresta.

L’esplosione fu mille volte più potente della bomba sganciata su Hiroshima, scatenando un sisma del quinto grado della scala Richter e abbattendo circa 80 milioni di alberi su una superficie di 2 mila chilometri quadrati. La teoria generalmente accettata dagli studiosi è che l’esplosione sia stata il risultato di un impatto con l’atmosfera terrestre di un meteorite, che si disintegrò ad alta quota.

Evento di impatto diverso avvenne il 30 novembre del 1954, quando Ann Hodges di Sylacauga, Alabama, venne ferita dalla caduta di un meteorite.

Le registrazioni dei test scientifici calcolarono, in base alle orbite del momento, che l’asteroide 1685 Toro, anche conosciuto come secondo satellite della Terra, sia la fonte più probabile della meteora che la ferì.

La minaccia che viene dallo spazio

Le agenzie spaziali da tempo monitorano i cosiddetti NEO, oggetti vicini alla Terra che potrebbero intersecare l’orbita terrestre.

La NASA raggruppa sotto la voce “asteroide potenzialmente pericoloso” (Potentially Hazardous Asteroids – PHAs) quei corpi celesti catalogati sulla base di parametri che misurano la potenziale minaccia della loro orbita. In particolare, tutti gli asteroidi con una distanza di intersezione dell’orbita minima di 7,479,893 km o meno sono considerati PHA.

Si parla in termini astronomici, dove distanze come queste vengono considerate relativamente “piccole”. Ma parliamo comunque di milioni di km.

Con un monitoraggio di più di 700.000 rocce spaziali, la NASA è in grado di calcolare l’orbita del 90 per cento di asteroidi potenzialmente pericolosi.
Nel settembre 2013 il telescopio spaziale a luce infrarossa Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) è stato destinato alla missione NEOWISE, per identificare oggetti vicini alla Terra potenzialmente pericolosi.

2020-04-29T14:54:08+02:00