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Azzolina: “Il digitale ci aiuterà a crescere, non bisogna temerlo”

La risposta della ministra all'appello lanciato da 16 intellettuali

ROMA – “Caro direttore, l’attenzione che si è riversata in queste settimane sulla scuola è in parte frutto delle difficoltà che il nostro settore sta vivendo. Ma è anche la dimostrazione di una rinnovata consapevolezza della sua importanza. È un’energia che non dobbiamo disperdere. Il dibattito che la scuola quotidianamente alimenta è un’occasione unica: dobbiamo cercare tutti di orientarlo nella direzione giusta. Serve un confronto franco, lucido, ma che soprattutto sia da stimolo per raggiungere soluzioni che guardino al bene degli studenti. Serve collaborazione”.

Così la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in una letta pubblicata questa mattina sul quotidiano ‘La Stampa’, in risposta a un appello di 16 intellettuali, guidati da Massimo Cacciari, lanciato ieri sempre sul giornale torinese.

“La scuola è socialità- avevano scritto gli intellettuali- non si rimpiazza con monitor e tablet”.

Nella lunga lettera, la ministra ha invece ribadito che è grazie alla didattica a distanza, che la scuola ha potuto proseguire le sue attività senza abbandonare gli studenti.

“Non è stata sostitutiva delle lezioni in classe: questo nessuno lo ha mai sostenuto- ha precisato Azzolina- Facciamo didattica a distanza perché non possiamo riaprire le scuole in sicurezza. Non il contrario. Tuttavia, della didattica a distanza non dobbiamo avere paura. Paura che spesso è anche sospetto, rifiuto. Serve invece il coraggio di ammettere che la cosiddetta Dad ha tamponato un’emergenza e sta accompagnando un settore ferito dall’emergenza verso la convalescenza. La scuola sarà guarita solo quando tornerà in classe, naturalmente. Ma abbiamo l’opportunità di portarci dietro un bagaglio di competenze, esperienze e anche una dotazione digitale, che in tempo di ‘pace’ avremmo ottenuto in alcuni anni, invece che in pochi mesi”.

“Nel dibattito pre-Covid la scuola italiana era spesso definita arretrata, anche a causa della sua inadeguatezza dal punto di vista della strumentazione tecnologica- ha proseguito la ministra- Non esiste l’equazione: innovazione uguale digitale. Ma il digitale è reale. Lo è per i nostri giovani. Ignorarlo sarebbe pericoloso. Impariamo piuttosto a parlare la loro lingua, lavoriamo sulla media education, accompagniamo cioè la fornitura di nuovi strumenti alla formazione di un corretto e consapevole utilizzo. Questa è la sfida. Questo è il dibattito che mi aspetto di ascoltare e al quale l’intera classe docente italiana so che vuole partecipare. Impariamo a vivere il digitale con complicità, non con estraneità”.

Infine, sulla riapertura delle scuole in altri Paesi europei, la ministra ha commentato:

“Si tratta sempre realmente di didattica? O sono tentativi, più che giustificati, di recupero di forme di socialità? Perché su questo, anche il Governo italiano si è attrezzato: nell’ultimo Dpcm è stato allegato un protocollo sanitario per autorizzare, a breve, l’avvio di centri estivi. Una necessaria soluzione al disagio delle famiglie e un primo parziale supporto anche alla solitudine vissuta dai ragazzi in queste settimane. Ma la scuola è altra cosa- ha concluso- Per questo, per settembre, lavoriamo ad un piano che poggerà su più gambe. Perché la scuola è di tutti e servirà il contributo di tutti per farla ripartire. Non c’è alcun modello distopico all’orizzonte. Nessuna scuola in remoto. Riapriremo le scuole. Ma sarà anche necessario avere scuole più aperte”.

2020-05-19T12:06:45+02:00