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VIDEO| Rajel: webserie che va ‘Oltre’ la radicalizzazione

Mahmood ambassador del progetto

ROMA –  Domani arriva su YouTube ‘Rajel‘, la webserie che racconta, attraverso le storie di alcuni giovani di nuova generazione e non, le situazioni, le criticità, i sentimenti e le decisioni che possono portare a comportamenti radicalizzati, oppure che possono essere rielaborati per dar vita a contro-narrazioni di inclusione, accoglienza e responsabilità. La serie fa parte del progetto ‘Oltre l’orizzonte – Contro-narrazioni dai margini al centro’: l’iniziativa italiana sostenuta dalla Commissione Europea, Direzione generale migrazioni e Affari Interni (Fondo per la Sicurezza Interna – Programma per l’Empowerment della Società Civile), per supportare i giovani di nuova generazione che si trovano in situazioni di esclusione e vulnerabilità, dando loro ‘voce’ attraverso processi partecipativi e rendendoli protagonisti nell’elaborazione di contenuti e di visioni sui temi fondamentali quali identità, inclusione, accoglienza e integrazione sociale. Il progetto prevede lo studio e la realizzazione di materiali originali prodotti per i canali digitali e divulgati sulle più importanti piattaforme. L’obiettivo è duplice: non solo raccontare, attraverso una narrazione positiva, esempi di inclusione nel nostro Paese, ma anche smascherare le contraddizioni e le false promesse di possibili percorsi di radicalizzazione, da intendersi non necessariamente nelle sue forme violente d’azione, ma come una più generale tendenza ad accogliere e diffondere idee radicali. Un obiettivo condiviso anche da Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, scelto da ‘Oltre’ come ambassador. Inoltre, l’artista si racconta in videoclip che introducono i quattro episodi di ‘Rajel’, che in arabo significa ‘uomo‘. Questo titolo racchiude il conflitto interiore vissuto da Raf, il protagonista della serie, nell’intrecciarsi delle vicende che lo porteranno a capire cosa significa davvero ‘essere un uomo’ e a scegliere che tipo di persona vuole diventare.

SINOSSI

Siamo sul set della una nuova serie tv ‘Tutti i colori del mondo’ uno sceneggiato ambientato nella classe di una scuola superiore di Milano in cui un gruppo di ragazzi è guidato da una carismatica professoressa che ha il compito di ‘accompagnarli’ nel diventare grandi. La classica fiction tv politically correct in cui, oltre a mettere in scena le tematiche proprie del mondo giovanile, si parla anche di integrazione. Trattandosi di una classe multietnica gli attori sul set sono sia ragazzi italiani sia ragazzi di nuova generazione. Con loro ci sono altri attori adulti (nei ruoli di professori ecc.) e tutto il team di produzione, comprendente anche il regista. Tutto ruota attorno alla figura di Raf, un ragazzo musulmano di nuova generazione che recita nella fiction. Testardo, ribelle e provocatore, la sua presenza sul set non passa certo inosservata ed e’ spesso causa di accese discussioni con il regista, Fabio. Del resto, la partecipazione di Raf alla fiction non e’ volontaria: sorpreso a rubare, e’ stato costretto dal giudice a partecipare al laboratorio teatrale del carcere dove e’ stato ‘scoperto’ dalla producer della fiction. Recitare nello sceneggiato è una delle condizioni pattuite per avere la libertà vigilata. Le vicende di Raf si intrecciano a quelle dei ragazzi e degli adulti che incontra sul set, tra amori adolescenziali e conflitti generazionali, confronti ed esperienze che mettono in discussione pregiudizi e stereotipi. Accanto ai vari personaggi ‘fisici’, si aggiunge la figura del ‘reclutatore’, che non compare mai di persona ma è una presenza costante nella vita di Raf attraverso dei bigliettini che il ragazzo trova nella tasca dello zaino con cui va sul set. I messaggi provocano Raf, mettendo in luce le sue frustrazioni di diciannovenne con un’identità complessa e sfaccettata, che lo vede al contempo arabo, musulmano e italiano. In questo sconosciuto interlocutore Raf trova comprensione, ma anche uno stimolo per alimentare la sua rabbia. Il reclutatore lo sprona a non cedere agli Occidentali, agli infedeli, a dimostrare di ‘essere un uomo’ a costo di compiere un atto estremo. Ma cosa significa essere un vero ‘rajel’? Il rapporto tra Raf e il reclutatore è un crescendo che trova il suo culmine nell’ultimo episodio della webserie.

In linea con il progetto di ‘Oltre’ e con il percorso sinora intrapreso, gli attori protagonisti sono stati scelti tra gli stessi giovani che hanno partecipato ai laboratori teatrali e di comunicazione sociale, gia’ realizzati in numerosi contesti su tutto il territorio nazionale. Ad accompagnare gli episodi è ‘Tutto il mondo è paese’, una canzone composta e interpretata da Maruego, cantante trapper milanese di origini marocchine.

‘Oltre’ è un progetto senza finalità di lucro, realizzato sull’intero territorio nazionale da un partenariato guidato dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e composto da università (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Università degli Studi di Cagliari, Università degli Studi di Palermo), associazioni culturali e di promozione sociale (ARCI, CONNGI), centri di ricerca indipendenti (Socialhub, Nahuel) e agenzie di comunicazione (AB Crea, Witness Journal).

2020-07-08T17:50:22+02:00