«Gli animali non esistono in funzione nostra, né di come noi vorremmo che fossero – scrive il direttore – È fin troppo semplice sottolineare quanto ce lo ricordino le vicende del coronavirus, per come è nato e per come ha impattato sulle nostre vite, liberando degli spazi che il mondo selvatico ha almeno provvisoriamente provveduto a riprendersi. Ed è fin troppo ovvio che anche la moda, come ogni altra attività economica, debba chiedersi quali sono i limiti all’utilizzo delle risorse naturali, e quali scenari apra il progresso tecnologico».
Vogue Italia torna così, ancora una volta, ad aprire il capitolo emergenza ambientale. Già a gennaio 2020 il magazine aveva rinunciato a scattare fotografie di moda con un numero (passato alla storia) tutto dedicato all’illustrazione. Un messaggio simbolico con cui abbatteva, almeno per un mese, il carbon footprint e provava a ricordare che “nulla cambierà negli altri se non saremo noi stessi, ciascuno a modo suo, i primi a farlo”.