Jannik Sinner per ora è fermo ai box dopo la sospensione di tre mesi per il caso Clostebol che ha fatto discutere per tanto tempo. Un epilogo arrivato nei giorni scorsi che ha ridisegnato il calendario degli impegni del numero uno al mondo.

La chiusura di un cerchio per Sinner che salta Doha, Indian Wells, Miami, Monte-Carlo, Monaco di Baviera e Madrid, rinunciando di conseguenza anche ai punti in ballo. Il campione altoatesino spera di arrivare al rientro dopo la sospensione nelle condizioni migliori possibili, e con la chance di difendere il primato nel ranking ATP.
Un caso molto particolare quello del fenomeno azzurro che la Wada ha nuovamente approfondito attraverso le parole del General Counsel, Ross Wenzel, che a ‘Sky UK’ ha evidenziato che la stessa Wada ha condotto una significativa indagine dal punto di vista scientifico e non solo sui fatti. Nello specifico: “C’è stata una versione dei fatti assolutamente comprovata dall’inizio alla fine. Quello che è successo è molto chiaro. Ma anche dal punto di vista scientifico c’è stata una investigazione. Wada ha consultato diversi esperti con lo stesso risultato. Le due positività del marzo 2024 semplicemente non sono compatibili con il doping intenzionale, nemmeno attraverso micro-dosaggi”.
Bufera Sinner, la Wada confessa: “Non è doping al 100%”
Wenzel nella sua disamina ha quindi aggiunto che sono stati controllati tutti i campioni dei test sostenuti da Sinner nei 12 mesi precedenti alle due positività del marzo dello scorso anno. Lo scopo, come sottolineato dal General Counsel, “era cercare ogni indizio simile, ogni possibile traccia della sostanza incriminata in tutti i campioni. La risposta da parte di tutti i laboratori su un numero così grande di campioni è stata che non è stato trovato nulla. Qualsiasi cosa la gente possa pensare di questo caso, è chiaro che questo non è un caso di doping o di comportamento scorretto. Penso che sia necessario capire bene questo fatto”.

Un pensiero forte e lineare che evidenzia quindi tutta la trasparenze del personaggio Sinner, che incassa la sospensione e non vede l’ora di poter tornare in campo, dimostrando ancora una volta con i fatti di essere il numero uno al mondo.
Al netto della premessa Wenzel specifica comunque che i tre mesi di sospensione rappresentano una sanzione corretta e che la possibilità di trovare un accordo durante il procedimento è previsto dalle regole. Inoltre: “Wada lo ha fatto in altri 67 casi da quando l’articolo che prevede i patteggiamenti è entrato in vigore quattro anni fa con il codice del 2021″.