Se fai questa domanda a ChatGPT sei in pericolo: cosa rischi

Meglio non sbottonarsi troppo con ChatGPT. Fare alcune domande al chatbot di OpenAI potrebbe metterci nei guai.

L’intelligenza artificiale non è nata ieri, ma il grande pubblico della rete in gran parte ha fatto esperienza concreta dell’AI con l’arrivo di ChatGPT, il chatbot di OperAI diventato immediatamente il fenomeno del web. Per molti ChatGPT è diventato qualcosa di più di quello che è in realtà (ovvero una macchina senza consapevolezza).

C’è chi sembra considerare il chatbot una sorta di persona artificiale alla quale chiedere ogni genere di consiglio, dimenticando che in alcun modo stiamo intrattenendo una conversazione con un “tu”. Un chatbot insomma non è un “qualcuno” ma un “qualcosa” e faremo bene a ricordarcelo quando gli facciamo una domanda. 

ChatGPT telefono
Se fai questa domanda a ChatGPT sei in pericolo: cosa rischi – Diregiovani.it

A dirlo non è qualche inguaribile tecnofobo o il solito misoneista impegnato a rimpiangere i bei tempi andati, ma alcuni ricercatori nel campo dell’intelligenza artificiale. Secondo questi esperti dovremmo stare molto attenti alle informazioni che inconsapevolmente forniamo ai chatbot. Potrebbero essere molto rischiose da condividere. 

ChatGPT, le domande da non fare mai al chatbot

Le aziende di AI hanno bisogno di dati per addestrare e migliorare i loro chatbot. Ma sconsigliano decisamente di condividere informazioni sensibili durante le conversazioni. Google ha inviato questo avviso ai suoi utenti Gemini: «Non inserire informazioni riservate o dati che non vorresti che un revisore vedesse». I chatbot infatti possono essere confusi con quello che non sono, cioè esseri umani.

Questa ambiguità porta tanti a essere fin troppo aperti nelle conversazioni con queste macchine. Ma non dobbiamo dimenticare, spiega la ricercatrice Jennifer King (Stanford Institute for Human-Centered Artificial Intelligence), che quando digitiamo qualcosa a un chatbot «ne perdi il possesso». Per non parlare del rischio di una violazione dei dati.

Uomo digita sul portatile-
ChatGPT, le domande da non fare mai al chatbot – Diregiovani.it

Meglio dunque prevenire per evitare di ritrovarci con dati sensibili hackerati. Sarà buona cosa allora evitare di dare informazioni sulle nostra identità personale (data di nascita, indirizzo, numero telefonico, numero di carta d’identità, patente, ecc.). Stesso discorso per i risultati degli esami medici e i numeri dei conti bancari, che potrebbero finire in mani sbagliate.

Del tutto sconsigliabile anche inserire informazioni aziendali come i dati dei clienti o segreti commerciali non pubblici. Attenzione poi a fornire a un chatbot le credenziali di account, i nostri PIN o le domande di sicurezza per il nostro gestore di password. Converrà rivolgersi in forma anonima all’AI e eliminare con regolarità le conversazioni. 

Utile anche usare la chat temporanea di ChatGPT. Possiamo trovarla nell’angolo in alto a destra della finestra della chat. È l’equivalente della modalità Incognito del nostro browser. Attivandola impediremo alla banca di memoria di ChatGPT di aggiungere quel materiale al nostro profilo. La chat non apparirà nella nostra cronologia: i contenuti non verranno usati per addestrare i modelli.

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