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2012: record e successi di un anno spaziale, anche per l’Italia

Italia, SUPERPOTENZA nell'Esplorazione Spaziale: dallo IAC alla Ministeriale ESA.

27 Dicembre 2012
Curiosity, Vega, Juice, Euclid, Galileo, Amaldi, Dragon, Cosmo SkyMed, Dawn, Cheops. Il 2012 dello spazio potremmo riassumerlo per sigle, per nomi, acronimi. Ma non daremmo il senso, la completezza di un anno fragoroso, straordinariamente prolifico, e soprattutto molto italiano. A dispetto della crisi il nostro Paese s’è fatto capitale mondiale, sede geografica dell’International Aeronautical Congress, e poi della Ministeriale Esa: i due principali appuntamenti dello spazio, a casa nostra. Come a segnare il punto sulla cartina geopolitica di questo settore così sovranazionale, simbolo di un’eccellenza che supera i confini Terrestri.

E’ stato prima di tutto un anno marziano. Abbiamo quasi scoperto la vita sul pianeta rosso. C’è mancato tanto così all’annuncio storico. Il punto però, al netto degli studi ancora in corso, è il successo di Curiosity, il rover della Nasa che da questa estate trotterella sul suolo marziano alla ricerca di prove. Il “marterraggio” del robot americano rappresenta di suo l’evento spaziale mediatico dell’anno: grazie al fascino implicito della missione, ma anche alle splendide immagini del pianeta rosso che hanno fatto la felicità di studiosi e appassionati. Per parlare di quella sabbia un po’ troppo terrestre per essere marziana ci sarà tempo e modo. 
Nel frattempo ci godiamo i risultati di decine di altre missioni e progetti, che puntano a cambiare la nostra percezione delle cose spaziali. A cominciare da VEGA. Dopo 14 anni di lavoro eccoci qui, a febbraio 2012, ad ammirare il primo volo di un lanciatore tutto italiano, che affiancherà i già esistenti Ariane5, per i carichi pesanti, e Soyuz per i carichi medi.


E a preparare il campo a Juice, una missione ad alto budget che verrà lanciata nel 2022 e che giungerà nel sistema gioviano nel 2030, per restarvi almeno tre anni. Sarà il nostro osservatore speciale: monitorerà costantemente l’atmosfera e la magnetosfera di Giove e le interazioni del pianeta con le sue lune principali, grazie ad una tecnologia molto italiana. Con JUICE l’Esa punta a diventare leader mondiale nell’esplorazione dei pianeti esterni del Sistema Solare, visto che la NASA non ha alcun piano a medio termine per missioni di esplorazione planetaria oltre Marte. 
Vogliamo conoscere, guardare. Anche quel che non si vede. Il 75% dello spazio è fatto così: Materia oscura, energia oscura, Universo oscuro. Cercare di studiarlo rappresenta una delle più affascinanti sfide scientifiche del 21esimo secolo. Ed ecco che l’Agenzia Spaziale Europea approva ufficialmente, dopo cinque anni di lavoro e selezioni competitive, la realizzazione del satellite Euclid, che tenterà di tracciare la distribuzione e l’evoluzione della materia e dell’energia oscura utilizzando un telescopio di 1,2 metri di diametro e due strumenti per mappare in maniera tridimensionale circa due miliardi di galassie con la materia oscura che le circonda: parliamo di oltre un terzo dell’intero universo conosciuto.


Non si tratta solo di cose lontane da noi. Ve lo ricordate il GPS? Ecco da quest’anno possiamo cominciare a familiarizzare con un altro nome, molto più… nostro: Galileo. La costellazione di satelliti che permetterà all’Europa di dotarsi di un sistema indipendente di navigazione satellitare globale a controllo civile, interoperabile e compatibile con il GPS usato negli Stati Uniti, ma gestito interamente dai militari. E da quest’anno, con il lancio della seconda coppia di satelliti, ha cominciato a girare davvero: IOV-3 ed IOV-4 vanno a completare la fase di In-Orbit Validation che testerà le parti spaziali, terrestri e utente del sistema. Alla fine la flotta sarà composta da 30 elementi. Andrà in funzione probabilmente già nel 2014.


Questo è stato anche l’anno dello spazio commerciale. Esattamente dal 25 maggio, giorno in cui la capsula da trasporto Dragon ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale. Dragon è la prima capsula spaziale realizzata da un privato, la Space Exploration Technologies (SpaceX), ad attraccare sulla ISS e potrà essere usata per gestire il trasporto di materiali verso la Stazione, come previsto dai contratti in corso e in via di definizione con la NASA.
E, a chiudere idealmente una stagione di grandi successi difficili anche solo da elencare è arrivato, infine l’autunno napoletano. Il gotha del settore aerospaziale s’è dato appuntamento, come ogni anno, all’International Aeronautical Congress, giunto alla 63esima edizione e tornato in Italia dopo 15 anni. Con 50 Paesi rappresentati l’occasione per discutere delle prossime strategie dello spazio, sulle future esplorazioni interplanetarie e sui programmi di osservazione della Terra con i nuovi satelliti. Argomenti rimessi poi sul tavolo della Ministeriale, la riunione dei Ministri dei 20 Stati Membri dell’ESA e del Canada, incaricati delle attività spaziali, insieme ai vertici delle rispettive agenzie spaziali nazionali. Tre giorni per mettere mano al portafogli: 10 miliardi e spiccioli per tracciare la linea delle politiche spaziali europee in tempo di crisi. E sottolineare, una volta di più, il ruolo della superpotenza Italia.

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