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Terremoti: ancora scosse e onde “anomale” in Sicilia

Le News dal Web sul fenomeno che sta interessando la Sicilia nel distretto dell'Etna

Zafferana Etnea, altre quattro scosse di terremoto: paura tra la popolazione
Durante la notte uno sciame sismico ha interessato la zona di Zaffernata Etnea. Il paese era già stato colpito ieri pomeriggio da una forte scossa di magnitudo 3.5 che aveva causato paura tra la popolazione senza comunque provocare danni.

SCIAME SISMICO – dopo la scossa delle 15 la terra ha tremato alle 20.37 con magnitudo 2, alle 00.31 con magnitudo 2.1, alle 3.40 con magnitudo 2.2 e infine alle 3.47 la replica più forte che ha raggiunto magnitudo 2.9.

Sono state tutte scosse molto superficiali, verificatesi tra i 3 e i 9 chilometri di profondità e questo ne ha amplificato la percepibilità. La situazione viene monitorata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, che ascrive i fenomeni all’attività’ del vulcano, da alcuni mesi protagonista di brevi ma molto intense fasi eruttive con esplosioni, fontane di lava e pioggia di cenere. [CATANIATODAY]


Dopo la grande paura di ieri per la scossa di terremoto di magnitudo 3.5, la terra continua a tremare sull’Etna, nell’area compresa tra i comuni di Milo, Sant’Alfio, Santa Venerina e Zaffarana Etnea. Altre due scosse nella notte sono stare registrate dagli strumenti della rete nazionale dell’Ingv alle 4.40 e alle 4.47, rispettivamente di magnitudo 2.2 e 2.9. In entrambi i casi gli eventi sono stati abbastanza superficiali. Il primo ha avuto un ipocentro a 9,1 chilometri di profondità, il secondo di 3.5.

La scossa delle 15.04 di ieri, localizzata nei pressi di Monte Arcinis, sull’alto versante orientale del Vulcano, non distante dal centro di Zafferana, è stata avvertita distintamente anche dalle popolazioni dei paesi pedemontani limitrofi. Tanta paura ma nessun danno. Gli esperti hanno spiegato che gli eventi rientrano nella normale dell’Etna, ma la paura è stata tanta tra i residenti della zona. La scossa è stata avvertita anche a Catania dove è stato evacuato per precauzione l’edificio che ospita l’Agenzia delle entrate.


Scosse di terremoto nella notte di oggi 24 maggio 2013 registrate dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La scossa più recente è stata rilevata in Sicilia a ridosso del Vulcano Etna nella Provincia di Catania alle ore 4.47 di questa notte di magnitudo 2.9 ed ipocentro a circa 3.5 chilometri di profondità, un sisma di lieve entità che ha interessato i comuni presenti nei pressi di:
Milo (CT), Sant’alfio (CT), Santa Venerina (CT), Zafferana Etnea (CT), Francavilla Di Sicilia (ME), Malvagna (ME), Moio Alcantara (ME), Motta Camastra (ME), Aci Bonaccorsi (CT), Aci Castello (CT), Aci Catena (CT), Acireale (CT), Aci Sant’antonio (CT), Belpasso (CT), Calatabiano (CT), Camporotondo Etneo (CT), Castiglione Di Sicilia (CT), Fiumefreddo Di Sicilia (CT), Giarre (CT), Gravina Di Catania (CT), Linguaglossa (CT), Mascali (CT), Mascalucia (CT), Nicolosi (CT), Pedara (CT), Piedimonte Etneo (CT), Riposto (CT), San Giovanni La Punta (CT), San Gregorio Di Catania (CT), San Pietro Clarenza (CT), Sant’agata Li Battiati (CT), Trecastagni (CT), Tremestieri Etneo (CT), Valverde (CT), Viagrande (CT), Ragalna (CT).

Altra scossa di terremoto sempre in Sicilia delle ore 4.40 ha colpito le medesime zone con un sisma di lieve entità di magnitudo 2.2 ed ipocentro a circa 9.2 chilometri di profondità. Scossa di terremoto anche in Campania nel distretto sismico di Irpinia i Provincia di Salerno, un sisma di lieve entità è stato registrato alle ore 2.32 di questa notte di magnitudo 2 ed ipocentro a circa 9.4 chilometri di profondità ed epicentro nei pressi dei comuni di:
Calabritto (AV), Caposele (AV), Senerchia (AV), Teora (AV), Castelnuovo Di Conza (SA), Colliano (SA), Laviano (SA), Oliveto Citra (SA), Palomonte (SA), Santomenna (SA), Valva (SA), Andretta (AV), Cairano (AV), Conza Della Campania (AV), Lioni (AV), Morra De Sanctis (AV), Sant’andrea Di Conza (AV), Sant’angelo Dei Lombardi (AV), Buccino (SA), Campagna (SA), Contursi Terme (SA), San Gregorio Magno (SA), Serre (SA), Castelgrande (PZ), Pescopagano (PZ).

Alle ore 00.31 altra scossa di terremoto registrata sempre in Sicilia alle pendici del Vulcano Etna, un sisma di lieve entità ha interessato le zone sopra esposte, di magnitudo 2.1 ed ipocentro a circa 1.2 chilometri di profondità ed epicentro nei pressi dei comuni di:
Castiglione Di Sicilia (CT), Fiumefreddo Di Sicilia (CT), Linguaglossa (CT), Mascali (CT), Milo (CT), Piedimonte Etneo (CT), Sant’alfio (CT), Castelmola (ME), Francavilla Di Sicilia (ME), Gaggi (ME), Giardini-Naxos (ME), Graniti (ME), Malvagna (ME), Moio Alcantara (ME), Motta Camastra (ME), Roccella Valdemone (ME), Santa Domenica Vittoria (ME), Taormina (ME), Aci Bonaccorsi (CT), Aci Catena (CT), Acireale (CT), Aci Sant’antonio (CT), Calatabiano (CT), Giarre (CT), Nicolosi (CT), Pedara (CT), Randazzo (CT), Riposto (CT), Santa Venerina (CT), Trecastagni (CT), Viagrande (CT), Zafferana Etnea (CT).  [AMANTEAONLINE]



Nel pomeriggio di ieri 23 maggio, intorno alle 16:15, sono giunte diverse segnalazioni per un terremoto avvertito in provincia di Siracusa. I sismometri delle nostre reti sismiche avevano effettivamente rilevato un tremore che era stato associato dai programmi automatici a un terremoto con ipocentro superficiale a largo di Siracusa, a cui era stata attribuita una magnitudo pari a 2.8 (sempre dai sistemi automatici). Un’ora prima avevamo registrato un terremoto di magnitudo 3.5 all’Etna, mentre pochi minuti prima ne avevamo avuto uno piuttosto forte in Grecia (M 4.8).
I nostri sismologi in turno in sala sismica però avevano notato che le forme d’onda (sismogrammi) registrate non avevano le caratteristiche classiche di un terremoto: non erano riconoscibili delle chiare onde S, e anche le onde P avevano un inzio debole (emergente), cosa strana per un terremoto vicino di quella magnitudo. Si poteva pensare ad un evento artificiale, come uno scoppio di cava o un’esplosione sottomarina, spesso registrate dai nostri strumenti in molte regioni italiane.



Invece, confrontando i tempi di arrivo delle onde sismiche con quelle del terremoto in Grecia, è stato riconosciuto un fenomeno tipico delle zone costiere ma raramente avvertito dalla popolazione. Si tratta delle cosiddette “onde T”,generate in questo caso dal terremoto greco. Queste onde vengono osservate ai sismometri posti vicini alla costa e sono onde di compressione, al pari delle onde P, ma viaggiano in acqua invece che nella roccia. Per questo motivo sono molto più lente sia delle onde P che delle onde S. Un’onda P attraversa lo Ionio al limite crosta-mantello a una velocità di circa 8 km al secondo, mentre un’onda T viaggia a circa 1.45 km al secondo.  Per una distanza di circa 500 km (qual è quella tra epicentro greco e Siracusa) la differenza di tempo tra onda P e onda T è più o meno di 5 minuti. L’onda P impiega circa un minuto, mentre l’onda T viaggia per quasi sei minuti. Vicino alle P, arrivano le onde S.
Particolarmente utile si è rilevata la stazione sismica sottomarina SN1, ubicata al largo di Catania.
Le onde T viaggiano in una zona particolare del mare il cosidetto canale SOFAR (Sound Fixing and Ranging channel, “canale di fissazione ed oscillazione sonora”): uno strato di acqua nell’oceano  in cui la velocità del suono è minima. Le onde sismiche generate da un terremoto vicino al mare sono trasmesse dal suolo all’acqua e rimangono intrappolate nel canale SOFAR, propagandosi a grande distanza senza una significativa attenuazione (a bassa frequenza). Per questo motivo terremoti lontani possono essere avvertiti dalla popolazione anche a notevole distanza, a patto di essere vicino alla costa, dove le onde T vengono trasmesse dall’acqua al suolo. L’energia portata efficaciemente nel canale SOFAR, una volta trasmessa alla costa va ad attenuarsi rapidamente e quindi è difficile che tremori vengano avvertiti lontano dal mare (dettagli tecnici possono essere trovati qui in inglese).  Un caso analogo accadde in occasione del terremoto in Algeria del 2003 (M6.4) che venne avvertito bene lungo la costa della Liguria (si veda qui per i dettagli, in inglese).
Queste onde T, sicuramente anomale, non hanno tuttavia nulla che vedere con le onde di tsunami!
Nel primo caso si tratta di un’onda acustica (compressione), mentre un’onda di tsunami (che si propaga in superficie) è dovuta allo spostamento di un grande volume d’acqua e si tratta quindi di un anomalo moto ondoso del mare. [INGVTERREMOTI]

(images: INGV)


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2018-06-05T17:31:33+02:00