"Si tratta di un semplice robot controllato a distanza – dice il Direttore del Laboratorio Cnrs-Aist Abderrahmane Kheddar – ma il livello di interconnessione fra l’uomo e la macchina è tale che, in un certo senso, l’operatore ha la sensazione che il robot sia una parte di sé".
Ecco un esperimento di prova. Una telecamera montata sull’automa registra immagini di bottiglie che vibrano a frequenze diverse. Quando l’operatore focalizza lo sguardo su uno dei recipienti, i sensori registrano l’attività del cervello che sarà differente a seconda della frequenza di vibrazione. Il robot riceve l’informazione e afferra la bottiglia giusta.
Sullo schermo appaiono delle frecce vibranti, un sensore scopre su quale freccia l’operatore si stia concentrando, l’impulso arriva al robot che si muove di conseguenza.
Lo studente Damien Petit, che partecipa all’esperimento dice: "L’unica cosa che si deve fare è sgombrare la mente da altri pensieri e focalizzarsi su quello che si vuole fare, se si vuole far muovere il robot o fargli prendere un oggetto". Queste ricerche, condotte in collaborazione con un istituto di robotica giapponese, mirano a creare una vera simbiosi fra l’uomo e la macchina. [fonte: EURONEWS]