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Parmitano chiama Terra, il filo diretto con lo spazio

L'avventura spaziale dell'astronauta italiano Luca Parmitano si sta trasformando in un'esperienza 'social' per tanti connazionali e non solo...

L’avventura spaziale dell’astronauta italiano Luca Parmitano si sta trasformando in un’esperienza ‘social’ per tanti connazionali e non solo. Sono più di 40.000 quelli che lo seguono su Twitter e tanti hanno scaricato la app Volare per accompagnarlo passo passo nella sua esperienza sulla Stazione spaziale internazionale, dove resterà per circa sei mesi. Tutti sono rimasti a bocca aperta di fronte alle immagini della Terra scattate da Parmitano. In particolare ha commosso quella di casa sua, la Sicilia. "Questa immagine mi ha colto di sorpresa… mi sono girato, ed era lì", scrive l’astronauta sulla foto mozzafiato. E, a proposito di Sicilia, ha inviato un video al conterraneo Fiorello per il suo live dall’ormai famosa edicola, in cui Parmitano, chitarra alla mano, intona ‘Ciuri ciuri‘. Ma, il 7 giugno, il collegamento con l’astronauta è stato diretto. La Stazione è stata in linea per venti minuti con l’Agenzia spaziale italiana, che ha dato la possibilità ai giornalisti di intervistarlo in diretta. E lì Parmitano ha raccontato, emozionato, le sue prime impressioni del viaggio spaziale.

Sulla Stazione, a quanto racconta lo stesso astronauta, il clima con i suoi compagni di viaggio, il russo Fyodor Yurchichin e e l’americana Karen Nyberg, è quasi casalingo. Il russo si è fatto trovare con i capelli rasati a zero, come l’italiano, e, sul finire della giornata "sembra di essere in ostello con gli amici", racconta Parmitano. Quando i cronisti gli chiedono come vorrebbe trovare l’Italia al suo riento sulla Terra, l’astronauta risponde pensando all’armonia, che al momento manaca nel nostro Paese. E poi che magari si prendesse spunto dal clima che si è creato sulla Stazione, fatto di unità e integrazione.




Saperne di più sul Sole grazie a una cometa
L’atmosfera del Sole ha un campo magnetico disomogeneo e se ne possono individuare significativamente due tipi di modello, che permettono agli scienziati di capire meglio il funzionamento dello spazio intorno alla nostra stella. La curiosità è che questa scoperta è avvenuta grazie alla spettacolare cometa Lovejoy, che nel dicembre di due anni fa si è letteralmente tuffata nella superficie del Sole. E non è evaporata, ma ha continuato la sua corsa. Gli scienziati, osservando le immagini della Nasa, si sono accorti che la coda della cometa, una volta nella corona solare, si muoveva in maniera inaspettata, cambiando direzione, intensità, magnitudine e persistenza. Grazie a modelli magnetoidrodinamici hanno tracciato il movimento degli ioni presenti nella coda di Lovejoy, e hanno capito cosa ancora non sapevano dell’atmosfera solare.

Naco cattura l’esopianeta piu’ piccolo
Si chiama HD95086b ed è l’esopianeta più piccolo mai osservato. Grazie ai potentissimi occhi di Naco, lo strumento installato su uno dei telescopi del Very Large Telescope dell’Eso, ora ne abbiamo un’immagine nitida. Ilesopianeti gemelli terra pianeta è il meno massiccio fotografato finora ed ha una massa paragonabile a 4 o 5 pianeti come il nostro gigante, Giove. Gli orbita intorno una nana bruna, di età compresa tra 10 e 17 milioni di anni. Questo porta gli astronomi a ipotizzare che il pianeta si sia formato e stia evolvendo a partire dal disco di polvere e rocce che circonda la stella, che si trova a 300 anni luce da noi. HD95086b ha una temperatura superficiale di circa 700 gradi centigradi ed è compatibile con la presenza di acqua allo stato gassoso e metano all’interno dell’atmosfera, spiegano gli scienziati.

Marte ricoperta dalle inondazioni, lo svelano i canali 
La missione Esa Mars Express ha fornito immagini ad altissima risoluzione dell’impressionante sistema di canali, ormai asciutti, presente su Marte. E’ quello della Kasei Valees, che si estende per 3.000 km e 1,55 milioni di chilometri quadrati. E’ stato possibile avere una sua immagine completa mettendo insieme 67 scatti della Stereo Camera ad alta risoluzione. E così è stata tracciata la topografia della zona, da cui emerge il tortuoso e travagliato percorso di un antico fiume. Le foto suggeriscono che in un passato remoto ci siano state molte e violente inondazioni, legate in modo stretto all’attività tettonica e vulcanica. In particolare, durante i numerosi episodi di allagamento devono essere state generate le fratture immortalate dalle immagini. Lo scioglimento di ghiacci e neve causato dall’attività vulcanica del pianeta sembra aver inoltre contribuito a rifornire il fiume ormai secco, modellando ulteriormente l’impressionante sistema di canali.

La dieta scaccia-acne? Quella mediterranea 
Una persona su due dopo i 25 anni ne soffre, ma la percentuale sale vertiginosamente al 95% tra i più giovani. Per combattere l’acne può essere d’aiuto l’effetto benefico della dieta mediterranea. Lo studio che lo testimonia è stato condotto dal Polo Pontino di Terracina e dall’Università La Sapienza di Roma. I ricercatori spiegano che un elevato apporto glicemico e di latte vaccino aumenta la secrezione di sebo, per cui serve incrementare, per diminuire l’acne, i regimi alimentari a base di frutta, verdura, pesce, prodotti integrali, olio d’oliva. Vale a dire che gli alimenti tipici della dieta mediterranea hanno un effetto protettivo e benefico per la salute della pelle.


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2018-06-05T17:31:02+02:00