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ISON: la cometa fantasma in un video inedito – il comunicato della NASA

La traiettoria della cometa ripresa da due telescopi spaziali fra il 28 novembre e il primo dicembre. Un residuo della cometa è sopravvissuto al calore, ha mandato bagliori molto vividi ma si sta attenuando rapidamente.

29 Novembre 2013
After several days of continued observations, scientists continue to work to determine and to understand the fate of Comet ISON: There’s no doubt that the comet shrank in size considerably as it rounded the sun and there’s no doubt that something made it out on the other side to shoot back into space. The question remains as to whether the bright spot seen moving away from the sun was simply debris, or whether a small nucleus of the original ball of ice was still there. Regardless, it is likely that it is now only dust.
Comet ISON, which began its journey from the Oort Cloud some 3 million years ago, made its closest approach to the sun on Nov. 28, 2013. The comet was visible in instruments on NASA’s Solar Terrestrial Relations Observatory, or STEREO, and the joint European Space Agency/NASA Solar and Heliospheric Observatory, or SOHO, via images called coronagraphs. Coronagraphs block out the sun and a considerable distance around it, in order to better observe the dim structures in the sun’s atmosphere, the corona. As such, there was a period of several hours when the comet was obscured in these images, blocked from view along with the sun. During this period of time, NASA’s Solar Dynamics Observatory could not see the comet, leading many scientists to surmise that the comet had disintegrated completely. However, something did reappear in SOHO and STEREO coronagraphs some time later — though it was significantly less bright.
Whether that spot of light was merely a cloud of dust that once was a comet, or if it still had a nucleus — a small ball of its original, icy material — intact, is still unclear. It seems likely that as of Dec. 1, there was no nucleus left. By monitoring its changes in brightness over time, scientists can estimate whether there’s a nucleus or not, but our best chance at knowing for sure will be if the Hubble Space Telescope makes observations later in December 2013.
Regardless of its fate, Comet ISON did not disappoint researchers. Over the last year, observatories around the world and in space gathered one of the largest sets of comet observations of all time, which should provide fodder for study for years to come. The number of space-based, ground-based, and amateur observations were unprecedented, with twelve NASA space-based assets observing over the past year.

Dopo diversi giorni di osservazioni continue, gli scienziati continuano a lavorare per stabilire e comprendere il destino della cometa ISON. Non c’è dubbio che la cometa si è ridotta notevolmente in termini di dimensioni. Quel che resta è il punto luminoso visto allontanarsi dal sole, anche se gli scienziati dicono siano semplicemente detriti, o si tratta di un piccolo nucleo. 



The Grinch came early this year in the form of the Sun in order to steal ‘comet of the century’ ISON. Why all the gloom? The latest videos from the SOHO solar observatory are showing a rapidly fading, dissipating Comet ISON racing away from the Sun. Unfortunately, while the previous reports of the comet’s ‘death’ were quickly shown to be premature, this second demise looks to be for real as once bright ISON is now barely a smudge.

Both astronomers and the general public went abuzz over Comet ISON thanks to a prediction released a year ago by NASA’s Jet Propulsion Laboratory (JPL) that stated that the comet could reach magnitude -11.6, or about as bright as the Full Moon. Additionally, besides being shadow-casting bright at night, the comet would be bright enough to easily be spotted during broad daylight. If Comet ISON were to become this bright, it would not be a first, but it would still be the astronomical event of the year should the JPL’s prediction come true. [next]


Il bagliore osservato dai satelliti Nasa ed Esa poche ore dopo il suo passaggio radente al Sole era solo l’ultima fiammata, visto che ora si sta spegnendo, o meglio, disgregando: quello che rimane sono solo uno sciame di detriti che si disperderà in breve tempo nel vuoto. Secondo l’astronomo italiano Paolo Candy, dell’Osservatorio Astronomico dei Cimini, l’ultimissima immagine dalla Soho fa vedere che non c’è più il nucleo, mentre l’astrofisico Gian Paolo Tozzi, dell’Inaf, sostiene che la cosa più probabile è che la cometa avesse perso tutto il materiale volatile, le particelle più piccole e leggere, prima del passaggio al perielio. Non esiste più nucleo, è rimasto solo un cumulo di grani più grossi non vaporizzati ma che poi si sono dissolti e ora si stanno disperdendo. [fonte]



Il video che vi presentiamo è una intervista fatta al Dr. Gareth Williams un astronomo che asserisce che la Cometa ISON potrebbe avvicinarsi “pericolosamente” alla Terra. Rammentiamo che Gareth Williams è uno scienziato che lavora con il Minor Planet Center, è responsabile di tenere traccia degli asteroidi, comete e satelliti naturali. Ultimamente è stato intervistato insieme al suo collega Dr. Karl Battams nella trasmissione di National Geographic che è andata in onda il 27 novembre 2013, alle ore 10:00 e in questa intervista Gareth ha confermato la sua teoria che riguardano alcuni modelli dell’orbita della cometa ISON che potrebbe colpire la Terra.

”ISON, dichiara l’astrono a National Geographic, è una cometa che presenta delle orbite insolite e dopo l’uscita indenne dal Sole, mostra un nuovo percorso. La sua massa è della dimensione di una città!”
Gareth Williams è un astronomo e lavora presso il Minor Planet Center, dove ha presentato i suoi risultati delle ricerche su orbite degli oggetti spaziali che potrebbero rappresentare un pericolo per la Terra e ha cominciato a osservare ISON nel dicembre 2011, un anno prima della sua scoperta! Nella sua intervista, che potete ascoltare nel video sotto, dice che alcuni calcoli dell’orbita, terminano con ISON che colpisce la Terra.
Se alcuni modelli delle orbite di ISON mostrano la possibilità che questa possa colpire la Terra, spiegherebbe alcune delle incongruenze della NASA, le immagini mancanti e i preparativi del governo per qualche disastro enorme sconosciuto. [fonte]

Peace! According to Beforeitsnews reporter Susan Duclos in this linked story and expert Gareth Williams in this video, there is no guarantee that Comet ISON will NOT strike Earth. In fact, he says, Comet ISON may come dangerously close to striking planet Earth. Facts or fear porn? You be the judge! Story at http://b4in.info/rPmv

FBI WARNING
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NASA: Comet ISON May Have SurvivedINAF: Comet ISON is goneBrutte notizie per chi aspettava un Natale con la cometa. La tanto attesa ISON non è più riapparsa al termine del suo passaggio ravvicinato dietro al Sole. Non c’è più traccia (o almeno sembra) né della coda né del nucleo. Ison, composta da ghiaccio e detriti, è passata ad appena 1,2 milioni di chilometri dalla superficie solare, ad una temperatura di circa 5.000 gradi ed è sparita.

LA CRONOSTORIA del PERIELIO
Giornata decisamente movimentata, quella di ieri, per la cometa ISON: le ore di maggior tensione sono iniziate intorno alle 12:45 UT quando la cometa era ormai prossima al perielio e dalle sonde in orbita intorno al Sole arrivavano le ultime immagini.
La ISON, dopo un’attività improvvisa che aveva risollevato gli animi, aveva manifestato, tra il 21 e il 23, novembre un cambiamento importante: la produzione molecolare era scesa drasticamente, mentre era aumentata esponenzialmente la produzione di polveri, lasciando ipotizzare una completa rottura del nucleo. Le aspettative erano state decisamente ridimensionate. Ma nonostante questo, quando la ISON è sparita dietro il coronografo della sonda SOHO, che occulta il disco solare, è aumentata l’apprensione e in rete è iniziato un concitato tam tam di notizie.




Nelle ultime immagini SOHO LASCO C2 e C3, la cometa sembrava essere lentamente sbiadita. Alle 18:25 UT ha raggiunto il perielio. Tra tutti gli scatti un dettaglio aveva suscitato qualche perplessità: un punto della traiettoria della ISON appariva più luminoso, lasciando ipotizzare una disintegrazione del nucleo.



Ci si aspettava, quindi, di riuscire a seguire la corsa della ISON con le immagini SDO ma così non è stato e nelle foto, della cometa nessuna traccia. Comunque, se sopravvissuta, sarebbe dovuta sbucare di nuovo dal coronografo della sonda SOHO ma i minuti passavano senza alcun segno e tutti pensavamo che la ISON fosse stata inghiottita dal Sole
Ma quando ormai, l’avevamo data per spacciata, ecco i primi segnali comparire nei scatti SOHO LASCO C2.



Inizialmente, non è stato dato troppo peso a quella leggera scia perché spesso uno sbuffo di polvere è tutto ciò che resta di una cometa Sungrazer inghiottita dal Sole.





La cometa ISON è sopravvissuta al perielio o almeno lo è una parte.
Ora, ci sono diversi scenari ancora da valutare:
– il nucleo della ISON potrebbe essersi frammentato in tanti piccoli pezzi e questi mini-nuclei continuano a sublimare, lasciando una coda più diffusa. La cometa potrebbe quindi esistere ancora per giorni o settimane prima di scomparire
– la cometa ISON era formata per la maggior parte da particelle di polvere che sono state annientate dall’intenso calore del Sole
– potremmo non avere una chiara percezione dell’attuale struttura della cometa a causa della visuale
– stiamo assistendo a qualcosa di nuovo, mai osservato prima

Ci vorranno almeno un paio di giorni per analizzare i dati e capire se questa bizzarra cometa si sta prendendo gioco di noi. Ancora un po’ di pazienza. [fonte]


2018-06-05T17:28:50+02:00