The Rosetta orbiter has a total of 11 instruments to study the characteristics and environment of the comet. Rosetta will take images of the comet at a variety of different wavelengths, will make measurements of its gravity, mass, density, internal structure, shape, and rotation, and will assess the properties its gaseous, dust-laden atmosphere, or coma. It will also probe the surrounding plasma environment and analyse how it interacts with the solar wind.
Rosetta also carries a small lander, Philae, which will descend to the surface of the comet and make in situ measurements using its suite of 10 instruments.
The animation is not to scale; comet 67P/CG is approximately 4 km wide and Rosetta is 32 m across including its solar arrays. It will conduct its scientific investigations at a range of altitudes.
A partire dalle 21 e 34 l’antenna dellla stazione di New Norcia, situata nella parte occidentale dell’Australia inizierà a seguire la sonda.
La prima fase del risveglio è cominciata intorno alle 10 di questa mattina, quando l’orologio interno l’ha ridestata da 31 mesi di sonno. Subito dopo Rosetta ha compiuto una rotazione su se stessa per poter dirigere verso il nostro pianeta la sua antenna, in modo da comunicare con le due "grandi orecchie" che da Terra la stavano aspettando: la stazione di Goldstone della NASA, in California, nel deserto del Mojave, e il Canberra Deep Space Communication Complex, in Australia.
Ed è stato proprio quest’ultimo a captare il segnale, quando ormai mancava una manciata di minuti alla chiusura della finestra e qualcuno cominciava a disperare. Comunicandolo immediatamemnte al centro di controllo ESOC dell’ESA, a Darmstadt. E via twitter, e internet, al mondo intero.
"Rosetta è una grande sfida, la più difficile mai intrapresa nella storia del volo spaziale – ha affermato Thomas Reiter direttore del Volo Umano all’ESA durante l’evento a Darmstadt che ha coperto da questa mattina tutte le fasi del risveglio – vogliamo ringraziare tutti i nostri partner per il supporto che ci hanno dato in questi dieci anni di missione".
In tanti hanno brindato questa sera, da Roma a Parigi, da Darmstadt alla California e all’Australia. Anche i tantissimi appassionati che hanno aderito con entusiasmo al contest organizzato dall’ESA "Wake up Rosetta", promosso – tra gli altri – dall’artista inglese Tasmin Archer (e più di qualcuno avrà giustamente intonato la sua celebre "Sleeping Satellite"…).
La sonda dell’ESA, lanciata nel 2004 e realizzata grazie ad un rilevantissimo contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana, è attualmente in viaggio nello spazio profondo, in attesa di raggiungere la sua meta finale: la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Rosetta è composta da un orbiter, dove sono situati i sensori per gli esperimenti di remote sensing e da unlander, chiamato Philae, che verrà rilasciato sulla superficie della cometa per effettuare una serie di misure delle caratteristiche fisiche della superficie e per studiare la struttura interna del nucleo.
Il principale obiettivo scientifico della missione è la comprensione dell’origine delle comete e delle relazioni tra la loro composizione e la materia interstellare, per potere risalire alle origini del Sistema solare, che la sonda ha già viaggiato in lungo e in largo.Un obbiettivo ambizioso, cui corrispondono nomi adeguati: Rosetta e Philae sono infatti rispettivamente un omaggio alla stele e all’obelisco (ritrovato sulla omoniva isola del Nilo) che hanno dato un contributo fondamentale alla decifrazione dei geroglifici egiziani.Rosetta ha orbitato intorno al Sole cinque volte e, nell’arco di sette anni, ha già sorvolato tre volte la Terra, Marte nel febbraio 2007 e ben due asteroidi: 2867 Šteins, il 5 settembre 2008, e 21 Lutetia, il 10 luglio 2010.
A luglio 2011 è iniziata la sua avventura in "solitaria": è stata messa a riposo mentre si muoveva verso l’orbita di Giove, dopo aver completato l’allineamento con la cometa. Rosetta dovrà percorrere ancora 9 milioni di chilometri per raggiungere il suo obbiettivo e solo ai primi di maggio si troverà a circa 2 milioni di chilometri di distanza. Successivamente cominceranno le manovre per l’allineamento all’orbita della cometa e si preparerà alla sua mappatura (l’esatta forma della cometa è ad oggi sconosciuta).Il rendez-vous avverrà ad agosto.
Una volta incontrata la cometa, i ricercatori a terra riceveranno migliaia di immagini, che permetteranno di aggiustare la traiettoria per il lancio del lander. L’atterraggio di questo, previsto per novembre, costituirà un evento di importanza fondamentale poiché per la prima volta alcuni strumenti costruiti dall’uomo atterreranno su una cometa. Philae si ancorerà alla superficie grazie a due arpioni che ne impediranno il rimbalzo in orbita. Da quel momento in poi cominceranno i veri e propri esperimenti: una trivella scaverà fino a 20 centimetri dalla superficie per raccogliere una serie dicampioni che verranno poi analizzati a bordo.La partecipazione italiana alla missione consiste di tre strumenti scientifici dell’orbiter: VIRTIS (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer) il cui PI è Fabrizio Capaccioni dell’IAPS (INAF Roma), GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) il cui PI è Alessandra Rotundi (dell’Università Parthenope di Napoli), e la WAC (Wide Angle Camera) di OSIRIS del prof. Cesare Barbieri dell’università di Padova. A bordo del lander, è italiano il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni (SD2), il cui PI è la prof.ssa Amalia Ercoli Finzi del Politecnico di Milano, ed il sottosistema dei pannelli solari.La fine della missione, è prevista per l’ultima parte del 2015: una volta completate le indagini sulle caratteristiche della cometa,Rosetta (con il lander Philae, che si poserà sul nucleo a novembre) scorterà 67P/Churyumov-Gerasimenko verso il Sole. Raggiungeranno il perielio ad agosto, poi proseguiranno sempre insieme nella traiettoria di allontanamento. La sonda dovrebbe quindi smettere di mandare dati a Terra a dicembre 2015.
Dal suo lancio, avvenuto il 2 marzo 2004 dallo spazio porto europeo di Kourou, Rosetta ha viaggiato ad una distanza di quasi 800 milioni di km dal sole e vicino all’orbita di Giove, passando tre volte vicino alla Terra ed un volta vicino a Marte, e volando vicino a due asteroidi. Si avvicina ora alla sua destinazione finale, la cometa 67P/ Churyumov–Gerasimenko, mentre si sposta sempre più verso l’interno del Sistema Solare.
Per la parte più distante del viaggio, la sonda è stata messa in ibernazione nello spazio profondo, ma adesso si avvicina rapidamente per Rosetta il momento di svegliarsi e prepararsi all’avventura scientifica dell’incontro con la cometa 67P/ Churyumov–Gerasimenko. La sveglia interna alla sonda è sistemata sulle ore 11:00 (10:00 GMT) del 20 gennaio , ed il primo segnale dalla navicella è atteso non prima delle 18:30 (17:30 GMT).
I componenti della stampa sono invitati ad unirsi ad esperti e partner scientifici e di controllo della missione dell’ESA lunedì 20 gennaio, dalle 10:00, al Centro Europeo Operazioni Spaziali (ESOC – European Space Operations Centre) dell’ESA a Darmstadt, Germania, per un’intera giornata di evento.
(tutti gli orari in CET, programma suscettibile di variazione)
10:15-10:30 Introduzione e benvenuto
10:30-11:30 Diretta dalla Sala di Controllo Principale:
– Jean-Jacques Dordain, Direttore Generale ESA
– Matthew Taylor, scienziato progetto ESA Rosetta
– Paolo Ferri, Capo Operazioni Missioni ESA
11:30-12:30 Opportunità per interviste
12:30-14:00 Pausa pranzo
14:00-17:20 Presentazioni scientifiche ed aggiornamenti operativi
– Scienza con l’orbiter Rosetta
– Comete ed asteroidi
– Scienza con il lander Philae
18:30-20:00 Aggiornamento delle operazioni e passi successive, D&R ed opportunità di intervista
Obiettivi Scientifici
Il principale obiettivo scientifico della missione è la comprensione dell’origine delle comete e delle relazioni tra la loro composizione e la materia interstellare quali elementi fondamentali per potere risalire alle origini del Sistema Solare. La ricerca di materiali inalterati si ottiene tramite l’esplorazione cometaria poiché le zone esterne del Sistema Solare contengono materiale ricco di sostanze volatili che non è stato processato nelle zone interne caratterizzate da alte temperature.
L’esplorazione della cometa consiste nella caratterizzazione del suo nucleo e della chioma, la determinazione delle loro proprietà dinamiche, lo studio della morfologia e della composizione. In particolare, lo studio della mineralogia e dei rapporti isotopici degli elementi volatili e refrattari del nucleo fornirà informazioni preziose sulla composizione della nebulosa che, nei modelli correnti, si pensa sia stata all’origine del Sistema Solare.
Per raggiungere questi obiettivi la navicella orbiterà a lungo attorno alla cometa, seguendola nel suo viaggio verso l’interno del sistema planetario, mentre il lander Philae permetterà di effettuare misure in-situ e di campionare del materiale alla superficie del nucleo per una analisi chimico-mineralogica dettagliata.
La partecipazione italiana alla missione ROSETTA consiste di tre strumenti scientifici dell’orbiter: VIRTIS (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer) il cui PI è il dott. Fabrizio Capaccioni dell’IAPS (INAF Roma), GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) il cui PI è il dott. Luigi Colangeli dell’INAF-OAC (Napoli), e la WAC (Wide Angle Camera) di OSIRIS del prof. Cesare Barbieri dell’università di Padova (PI dr. Uwe Keller, MPInstitute fur Sonnensystem). A bordo del lander, è italiano il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni (SD2), realizzato da Galileo Avionica ed il cui PI è la prof.sa Amalia Ercoli Finzi del Politecnico di Milano, ed il sottosistema dei pannelli solari (Politecnico di Milano). L’Italia ha anche fornito Manpower al Lander Project Team.
VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer): combina 3 canali di osservazione in un unico strumento, due dei quali saranno utilizzati nella ricostruzione della mappa spettrale del nucleo. Il terzo canale è dedicato alla spettroscopia ad alta risoluzione. Con queste osservazioni si cercherà di risalire alla natura delle parti solide che compongono il nucleo della cometa e tracciare le sue caratteristiche termiche. I dati ottenuti, combinati con i dati acquisiti da altri strumenti, saranno utilizzati per selezionare la zona sulla quale far posare il lander.
GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) è uno strumento in grado di analizzare le polveri e piccoli grani di materiale presente nella chioma della cometa misurandone le proprietà fisiche e dinamiche, tra le quali la dimensione, il rapporto tra materiale granuloso e quello gassoso, la velocità delle particelle.
OSIRIS/WAC (Optical, Spectroscopic, and Infrared Remote Imaging System): OSIRIS è lo strumento principale della missione Rosetta per la raccolta delle immagini della cometa. È composto da due canali: NAC (Narrow Angle Camera), ottimizzato per ottenere mappe ad alta risoluzione del nucleo della cometa, fino a 2cm per pixel, con una capacità di messa a fuoco da 2 km a infinito e da 1 a 2 km; WAC (Wide Angle Camera), ottimizzato per ottenere una mappa panoramica ad alta risoluzione del materiale gassoso e delle polveri nei dintorni del nucleo della cometa.
Il canale WAC di OSIRIS è di responsabilità italiana ed è progettato per lo studio accurato delle emissioni gassose della cometa sia nel visibile che nella banda UV. Le immagini acquisite da questo canale, saranno utilizzati per selezionare la zona in cui si dovrà posare il lander.
A bordo del lander di Rosetta sono presenti i seguenti sistemi italiani:
SD2 – Sample Drill&Distribution: SD2 rappresenta un elemento di elevata miniaturizzazione, condensando in appena 4Kg tecnologie ad altissime prestazioni. SD2 è in grado di resistere alle condizioni ambientali proibitive in cui si troverà ad operare mentre cercherà di penetrare il nucleo della cometa sino a 20 cm di profondità. Un meccanismo sofisticato consentirà di distribuire i campioni prelevati (diametro di circa 2,5mm) in appositi contenitori in modo da rendere possibile lo studio delle proprietà mediante alcuni degli strumenti a bordo del lander. Il funzionamento del sistema SD2 è regolato da un software sofisticato, installato nel computer di bordo del lander.
Un altro elemento “made in Italy” è il Solar Array costituito da celle solari ad alta efficienza in grado di garantire la potenza elettrica necessaria anche a distanze dal Sole superiori a 2 AU.
Accordi Internazionali
Per quanto concerne il lander Philae, è stato costituito un Consorzio Internazionale di cui l’ASI fa parte; oltre alla realizzazione di SD2 e dei Solar Array (SA), l’ASI ha cogestito il progetto attraverso un Project Manager Deputy, ha partecipato allo Steering Committee e fornisce supporto per le attività sul lander a livello di sistema e di sottosistemi. [ASI]
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