Ma come verificare la presenza di quest’oceano? Come caratterizzarlo, misurarne l’estensione e valutarne la massa d’acqua? Qui entrano in gioco la fantasia e l’ingegno d’un team di ricercatori, italiani e americani, guidato da Luciano Iess del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale de La Sapienza. «L’unico strumento che abbiamo a disposizione per determinare la struttura interna di Encelado», spiega Iess a Media INAF, «è la correlazione fra gravità e topografia. Noi abbiamo potuto inferire l’esistenza di quest’oceano, stabilire la sua dimensione e la sua massa proprio correlando gravità e topografia. Come? Abbiamo determinato il campo di gravità di Encelado misurando piccole variazioni nella velocità della sonda Cassini. L’abbiamo fatto da Terra: sfruttando l’effetto doppler del segnale radio riusciamo a misurare la velocità della sonda con una precisione di 10-20 micron al secondo».
- Ascolta l’intervista di Media INAF a Luciano Iess
- Leggi su Science l’articolo “The Gravity Field and Interior Structure of Enceladus” di L. Iess, D. J. Stevenson, M. Parisi, D. Hemingway, R. A. Jacobson, J. I. Lunine, F. Nimmo, J. W. Armstrong, S. W. Asmar, M. Ducci e P. Tortora
La scoperta, pubblicata sulla rivista Science, è di portata epocale e la paternità è tutta italiana. L’ipotesi, infatti, è stata formulata da una squadra di scienziati dell’università La Sapienza di Roma, guidata da Luciano Iess e finanziata dall’Agenzia spaziale italiana.
Secondo Iess, il contatto fra l’acqua e le rocce silicatiche della luna "rendono l’ambiente favorevole a reazioni chimiche
ricche e complesse che, in presenza di una possibile fonte di energia, potrebbero creare condizioni prebiotiche", ovvero favorevoli allo sviluppo della vita.
Questi enormi geyser erano sotto osservazione da anni; getti potentissimi di vapore che s’innalzano per km nell’atmosfera di Encelado. Ora gli scienziati sono convinti che siano originati proprio dalla presenza di un gigantesco oceano liquido, sepolto sotto la crosta ghiacciata del corpo celeste, spessa anche fino a 30 Km.
L’oceano si troverebbe nell’emisfero sud di Encelado, sarebbe profondo 10 chilometri compresso fra il ghiaccio e il fondale roccioso. A mantenerlo nello stato liquido sarebbe, secondo gli scienziati, il movimento delle maree dipendente dalla rotazione della luna attorno a Saturno.
L’osservazione ravvicinata di Encelado è stata resa possibile dalla sonda dell’Agenzia spaziale europea Huygens-Cassini, che orbita attorno a Saturno dal 2004.