– COLLISIONE CON THEIA, COSA ACCADDE 4,5 MILIARDI DI ANNI FA
– UNA SUPERNOVA IN LABORATORIO
– DALLA ISS IMMAGINI A TERRA GRAZIE A UN LASER
Le donne con gli occhi verdi o azzurri potrebbero avere una maggiore resistenza al dolore. Non solo. Sarebbero anche meno vulnerabili ad ansia e depressione. Lo rivela una ricerca degli scienziati della Pittsburgh University, i cui risultati sono stati presentati durante la conferenza dell’American Pain Society. L’esperimento è stato condotto analizzando la condizione di 58 donne durante il parto e le rilevazioni lasciano intendere che a soffrire di più siano le donne con gli occhi scuri, che non solo patiscono di più, ma sarebbero anche maggiormente soggette a pensieri negativi. Tuttavia i motivi di questa differenza non sono stati spiegati e necessitano ulteriori studi.
COLLISIONE CON THEIA, COSA ACCADDE 4,5 MILIARDI DI ANNI FA
Una nuova teoria riscrive l’impatto che investì in pieno il nostro pianeta 4 miliardi e mezzo di anni fa. I ricercatori dell’università statunitense di Harvard, grazie all’analisi dell’eco della Terra, hanno ipotizzato che nella collisione con Theia, che fu un corpo celeste grande come Marte, non fu tutto il pianeta a liquefarsi per poi risolidificarsi, come comunemente ritenuto. Quello che sostengono è che soltanto una parte della Terra si sciolse, mentre l’altra rimase intatta. Confermata, invece, la teoria secondo cui in seguito all’impatto con Theia si formò la Luna.
UNA SUPERNOVA IN LABORATORIO
I ricercatori del Rutherford Appleton Laboratory (Gran Bretagna) hanno ricreato l’esplosione di una supernova. Lo hanno fatto focalizzando tre fasci laser su un bastoncino di carbonio all’interno di una camera riempita di gas a bassa densità. A ciò si è aggiunta la presenza di una griglia di plastica per ricreare la presenza di dense nubi di gas. I tre raggi laser hanno fatto salire la temperatura fino a un milione di gradi, causando così l’esplosione del bastoncino. I risultati hanno dimostrato che, grazie alla presenza della griglia, viene prodotto un aumento del campo magnetico, oltre alla produzione di onde radio e raggi X. Questo significa che le irregolarità osservate in numerosi campi magnetici sarebbero dovute a moti turbolenti generati nel gas interstellare dall’incontro della stella esplosa con densi agglomerati di gas. Si apre così la strada della conoscenza sulla formazione dei campi magnetici nello Spazio, che, come li osserviamo oggi, non erano presenti al momento del Big Bang.
DALLA ISS IMMAGINI A TERRA GRAZIE A UN LASER
Si chiama ‘Optical Payload for Lasercomm Science’ (OPALS) ed è un sistema laser di trasmissione di immagini che la Nasa sta testando a bordo della Stazione spaziale internazionale. La prima prova è stata effettuata ad aprile, quando un filmato di 27 secondi è stato trasmesso a Terra nel giro di tre secondi e mezzo. Il sistema funziona grazie a un fascio di trasmissione che parte dalla Stazione spaziale internazionale ed a un laser che, da Terra, è in grado di intercettare questo fascio, seguendolo poi per tutta la durata della trasmissione. La difficoltà maggiore, rende noto la Nasa, è centrare il fascio di luce emesso dal dispositivo di trasmissione installato nella Stazione. Il sistema radio tradizionale della ISS impiega circa 10 minuti per trasmissioni che con la tecnologia OPALS si possono effettuare in meno di due, una vera rivoluzione per l’invio di dati a terra dall’orbita.