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Sonda indiana Mom nell’orbita di Marte – LE FOTO

Dopo Maven della Nasa, un'altra sonda, l'indiana Mangalayaan entra nell'orbita del Pianeta Rosso. Le NEWS dal Web

24 Settembre 2014
Mangalyaan ha inviato le prime immagini del Pianeta Rosso. Lo ha reso noto l’Agenzia Spaziale Indiana, che ha diffuso una delle foto, scattate da un’altitudine di circa 7.300 chilometri. sulla sua pagina Facebook. L’Agenzia ha sottolineato che la fotocamera ha funzionato regolarmente non appena raggiunta un’orbita stabile, così come tutti i sistemi operativi.

L’india alla conquista dello spazio. E’ il quarto Paese che arriva al Pianeta Rosso, dopo Stati Uniti, Europa e Russia. Questa notte la sonda Mangalyaan (MOM, Mars Orbiter Mission) è entrata nell’orbita di Marte dopo un viaggio di 650 milioni di chilometri. La conferma arriva da Bangalore dai responsabili dell’ISRO (Organizzazione per la Ricerca Spaziale Indiana). La delicata manovra MOI (Mars Orbit Insertion) è iniziata alle ore 03:47 (ora italiana) nella notte del 24 Settembre.


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"È un grande successo per l’India – ha commentato a caldo Amitabh Pandey, uno degli scienziati dell’Isro – l’inizio di uno splendente futuro per la Nazione". La missione, che si svolge quasi contemporaneamente a quella della sonda americana Maven, inviata dalla Nasa ed entrata due giorni fa nell’orbita marziana, permette all’India di entrare nel club dei tre Paesi – Usa, Russia e Europa – che finora sono riusciti a raggiungere Marte e di avvantaggiarsi invece sulla Cina che è in ritardo per quanto riguarda la conquista del Pianeta Rosso.


“Oggi abbiamo fatto la storia”, ha dichiarato il primo ministro indiano Narendra Modi, “Abbiamo osato raggiungere l’ignoto e abbiamo ottenuto il quasi impossibile”.

CURIOSITA’: La missione di Mangalyaan è anche un record di ‘spending review’ tecnologica visto che globalmente è costata appena 4,5 miliardi di rupie, pari a circa 78 milioni di dollari, attestandosi come una delle più economiche missioni interplanetarie lanciate fino ad oggi nello spazio. Decisamente più costosa la sua ‘collega’ Maven della Nasa costata all’incirca 671 milioni di dollari di dollari.



La prima missione interplanetaria dell’India è entrata in orbita attorno a Marte nella tarda serata di martedì, facendo balzare il Paese asiatico nel ristretto olimpo delle nazioni che sono riuscite con successo ad inviare una missione verso il Pianeta Rosso.
Accendendo i propri motori per 24 minuti, la sonda costruita in India ha guidato autonomamente se stessa in orbita attorno a Marte mentre gli ingegneri sulla Terra osservavano il veicolo spaziale che cessava le comunicazioni, una prevista perdita di segnale quando è transitata dietro al pianeta.
Perfettamente alle 7:41 a.m. ora Indiana Media del 24 settembre (le 4:11 ora italiana) la Mars Orbiter Mission (MOM), ma conosciuta anche come Mangalyaans (‘Veicolo per Marte, in sanscrito), è entrata in orbita attorno a Marte ma la tensione del centro di controllo indiano di Bangalore è stata spezzata dagli applausi soltanto 18 minuti più tardi quando la telemetria della sonda ha raggiunto la Terra, confermando il successo della manovra.
"L’India ha raggiunto Marte con successo!" ha dichiarato il Primo Ministro Narendra Modi, che osservava l’evento dalla gallaria di osservazione del centro controllo di Bangalore.
La missione marziana rende l’India la quarta entità a mettere con successo un veicolo spaziale in orbita attorno a Marte dopo gli Stati Uniti, l’Unione Sovietica e l’Agenzia Spaziale Europea.
"Siamo andati oltre i confini dell’immaginazione e delle imprese umane," ha detto Modi. "Abbiamo portato con precisione il nostro veicolo spaziale a navigare su una rotta conosciuta da pochi e lo abbiamo fatto da una distanza così grande che i segnali di comando che inviamo impiegano più tempo di quanto ci mettano i raggi del Sole a raggiungerci."

La Mars Orbiter Mission (MOM) è arrivata a Marte dopo un viaggio di 666 milioni di km fin dalla sua partenza, avvenuta nel novembre 2013 per mezzo di un razzo vettore indiano Polar Satellite Launch Vehicle.
Il controllo missione ha ricevuto i segnali di MOM 12 minuti dopo che la sonda li aveva inviati, il tempo che la luce impiega a percorrere i 223 milioni di km che separano la Terra da Marte.
Il motore principale della sonda avrebbe dovuto rallentare la MOM di circa 3.950 km/h, abbastanza per la gravità marziana di catturare il satellite in orbita.
Un aggiornamento postato dalla Indian Space Research Organization (ISRO) sulla propria pagina Facebook ha confermato che il veicolo ha eseguito l’accensione esattamente come previsto.

"Oggi abbiamo fatto la storia," ha rimarcato Modi al team di controllo dell’ISRO. "Abbiamo osato spingerci verso l’ignoto e abbiamo raggiunto il quasi impossibile. Mi congratulo con tutti gli scienziati ISRO così come con tutti i miei connazionali indiani in questa occasione storica."
La Mars Orbiter Mission dovrebbe scendere a spirale su un’orbita con il punto più lontano a 80.000 km da Marte. Nel momento di massimo avvicinamento al Pianeta Rosso, la MOM potrebbe volare ad un’altezza di appena 423 km.
Il veicolo spaziale alimentato ad energia solare – grande circa come una piccola utilitaria – va a raggiungere le altre sei missioni operative su Marte. I due rover Opportunity e Curiosity della NASA che scorrazzano sulla superficie polverosa del Pianeta Rosso, oltre ai tre orbiter dell’agenzia spaziale USA che orbitano sopra Marte – Odyssey, Mars Reconnaissance Orbitert e il MAVEN. L’europea Mars Express si trova in orbita attorno a Marte fin dal dicembre 2003.
"L’ISRO si unisce all’élite delle sole altre tre agenzie spazialo al mondo ad aver raggiunto con successo il Pianeta Rosso," ha detto Modi. "L’India, di fatto, è il solo Paese ad aver avuto successo al suo primo tentativo. Abbiamo messo assieme il veicolo spaziale in tempi record, in soli tra anni dai primi studi di fattibilità."

Oltre la metà dei tentativi al mondo di inviare astronavi su Marte è fallito, compresa la più recente missione marziana russa nel 2011 e la Nozomi del Giappone che ha perso l’occasione di entrare in orbita attorno a Marte nel 1999.
Il Primo Ministro indiano Narendra Modi ringrazia l’ISRO per il successo della missione MOM. Il Jet Propulsion Laboratory della NASA ha fornito il supporto per le comunicazioni e la navigazione per i controllori della missione in India.
Gli scienziati hanno costruito cinque strumenti da portare verso Marte a bordo dell’orbiter indiano, che ufficialmente è una missione tecnologia dimostrativa. Ora che la sonda si trova in orbita attorno a Marte, l’attenzione verrà dedicata verso le osservazioni scientifiche.
La missione ospita circa 15 kg di strumenti scientifici per raccogliere dati sulla storia del clima marziano e sulla composizione minerale della sua superficie.
La missione trasporta una fotocamere a colori per riprendere immagini a media risoluzione della superficie marziana, uno spettrometro termico infrarosso per misurare la composizione chimica delle rocce e del suolo e strumenti per valutare l’atmosfera di Marte, compreso un sensore per il metano.

Le valutazioni scientifiche del metano nell’atmosfera di Marte hanno, finora, dato risultati contrastanti. Il metano è un potenziale indicatore di attuale attività microbica su Marte, ma anche alcuni tipi di attività geologica possono produrre livelli di tracce di quel gas.
Modi ha detto che l’India ha sviluppato la missione MOM al costo di 72 milioni di dollari, circa un decimo della missione MAVEN della NASA da 671 milioni di dollari, che ha completato il suo viaggio verso il Pianeta Rosso con una perfetta manovra di inserimento orbitale nella notte di domenica.
Il basso costo della missione indiana verso Marte è inferiore a molti film di Hollywood, dice Modi, utilizzando il progetto per dimostrare la serie di successi del programma spaziale indiano nonostante i modesti finanziamenti.
"L’India è un popolo fiero," ha detto Modi. "Nonostante le molte limitazioni, aspiriamo al successo. Il successo del nostro programma spaziale è un simbolo luminoso di quello di qui siamo capaci come nazione. La nostra nave spaziale è stato un esempio realizzato. Ispira il resto di noi a lottare per eccellere noi stessi."

Il programma spaziale indiano è principalmente finalizzato per i satelliti con applicazioni terrestri, come i veicoli di lancio e i satelliti per telecomunicazioni, navigazione e ricerche sul clima.
La Mars Orbiter Mission è il secondo progetto di esplorazione spaziale di ISRO, dopo la sonda Chandrayaan 1 che venne lanciata in orbita attorno alla Luna nel 2008. Al momento l’India non ha in programma altre sonde verso Marte, ma gli ingegneri stanno lavorano per una missione rover lunare.

[fonti: Spaceflight NowThe Times of IndiaSpace.com]


The Mars Orbiter Mission (MOM), informally called Mangalyaan, is a Mars orbiter launched into Earth orbit by the Indian Space Research Organisation (ISRO). The mission is a "technology demonstrator" project aiming to develop the technologies required for design, planning, management, and operations of an interplanetary mission.

The Mars Orbiter Mission probe lifted-off from the First Launch Pad at Satish Dhawan Space Centre SHAR, Sriharikota, Andhra Pradesh, using a Polar Satellite Launch Vehicle (PSLV) rocket C25




STORIA

L’esplorazione del pianeta rosso è stata una parte fondamentale delle missioni di esplorazione spaziale per Unione Sovietica (e Russia poi), Stati Uniti, Europa e Giappone. Dagli anni Sessanta sono state inviate verso Marte dozzine di sonde automatiche senza equipaggio, con orbiter, lander e rover al seguito, per raccogliere dati e rispondere a importanti quesiti scientifici sul Pianeta e il suo passato. Uno sforzo che richiesto budget considerevoli con un ammontare di missioni fallite di circa due terzi su un totale di oltre cinquanta lanci.

I russi ci hanno provato e riprovato. Le prime due, Mars 1960A, Mars 1960B, sono fallite subito dopo il lancio. Mars 1962A e Mars 1962B, fermate in orbita attorno alla Terra. Di Mars 1 si persero invece le comunicazioni mentre era in rotta per Marte. Fu il Mars 3 Orbiter a raggiungere per primo il pianeta rosso il 27 novembre 1971. Il suo lander toccò con successo il suolo del Pianeta diventando il primo veicolo costruito dall’uomo a giungere integro sulla superficie marziana (anche se il segnale venne perduto dopo meno di 15 secondi di trasmissione dati, per motivi sconosciuti).

Ma furono gli americani a infilare per primi e con successo l’orbita di Marte. Con il programma Mariner. Nel 1964 il Jet Propulsion Laboratory della NASA effettuò due tentativi con le sonde Mariner 3 e Mariner 4: identiche, dovevano effettuare i primi flyby del pianeta rosso. Il fallimento del Mariner 3 venne decretato dal blocco in apertura della copertura protettiva. Il 28 novembre venne invece lanciata con successo la sonda Mariner 4, che raggiunse Marte il 14 luglio 1965, fornendo le prime immagini ravvicinate di un altro pianeta – crateri da impatto simili a quelli lunari, che sembravano ricoperti di brina o ghiaccio.

Nozomi, in giapponese ‘speranza’, prima sonda realizzata dalla Jaxa per l’esplorazione di Marte, fallì l’inserimento dell’orbita marziana il 14 dicembre 2003, mandando in frantumi il sogno dell’Agenzia spaziale nipponica di arrivare per terza su Marte. Toccò invece a Mars Express, la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea, conquistare l’orbita del pianeta rosso il 25 dicembre dello stesso anno. Il viaggio Terra-Marte più breve: era da 60.000 anni che i due pianeti non erano così vicini. [fonte: MEDIA-INAF]



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2018-06-05T17:26:06+02:00