– ‘MADE IN SPACE’, STAMPATO IL PRIMO OGGETTO 3D NELLO SPAZIO
– E’ PRONTO ‘DREAMS’, LO STRUMENTO CHE SVELERA’ IL METEO DI MARTE
– UN RADAR-LASER PER PREVEDERE LE ERUZIONI DEI VULCANI
“Gli astronauti sono persone eccezionali- spiega ai nostri microfoni il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston-, questa volta, oltretutto, lancio un’astronauta che appartiene all’Agenzia e che è anche trentina come me. E’ un legame forte, sono emozionato”.
Ad augurarle buon viaggio c’erano anche i ragazzi del WeFly! team, la pattuglia di piloti disabili che
ha fatto dell’amore per il volo la sua bandiera.
Samantha Cristoforetti, lo ricordiamo, resterà a bordo della Stazione spaziale internazionale fino a maggio 2015. E’ il settimo astronauta tricolore e la prima donna italiana a volare nello spazio. La aspettano mesi intensi. Forse ancor di più di quello che ha sempre immaginato.
Lo spazio non si esplora in solitudine. E’ grazie all’intensa e continua collaborazione tra Paesi diversi che si è arrivati a un livello di scoperte e avanzamento tecnologico mai raggiunto prima. E’ successo grazie all’Esa, l’Agenzia spaziale europea, che quest’anno festeggia mezzo secolo di vita. Cooperazione, expertise, evoluzione e innovazione sono i quattro assi su cui poggia la cooperazione europea in ambito spaziale: li ricorda il direttore generale dell’Esa, Jean-Jacques Dordain, aprendo le celebrazioni per i 50 anni nel centro Esrin di Frascati. "Lo spazio e’ il nostro futuro, nessuna scusa: si va avanti". Un messaggio è arrivato anche da Samantha Cristoforetti, che, pochi giorni prima di partire per la Stazione spaziale internazionale, aveva registrato il suo augurio. A presentarlo Luca Parmitano, primo italiano a passeggiare tra le stelle. Parmitano ha non solo sottolineato l’importanza della cooperazione, ma ha ricordato anche che tutto, sogni compresi, parte dall’ispirazione: per questo è importante raccontare la grande avventura dello Spazio.
‘MADE IN SPACE’, STAMPATO IL PRIMO OGGETTO 3D NELLO SPAZIO
E’ una placchetta con la scritta ‘Made in Space Nasa’ il primo oggetto creato a bordo della Stazione spaziale internazionale grazie a una stampante 3D. La realizzazione della stampa è stata possibile grazie al coordinamento con gli ingegneri a Terra, che seguivano le operazioni degli astronauti aiutandoli a calibrare l’innovativa stampante. Le prime osservazioni sono legate agli effetti della microgravità che, per esempio, ha reso difficile staccare l’oggetto dalla parte più vicina alla stampante. L’oggetto, vero prototipo della stampa spaziale del futuro, tornerà sulla Terra nel 2015 per essere studiato nei minimi dettagli e per individuare quali sono le differenze, se ci sono, con gli oggetti stampati sul nostro pianeta.
E’ PRONTO ‘DREAMS’, LO STRUMENTO CHE SVELERA’ IL METEO DI MARTE
E’ nato in Italia lo strumento che indagherà l’atmosfera di Marte per carpirne i segreti: dai venti alla radiazione solare, dall’umidità alla temperatura, dalla pressione ai campi elettrici in prossimità della superficie del pianeta rosso. Si chiama DREAMS e fa parte dell’attesissima missione ‘Exomars’, il cui avvio è previsto per il 2016. La realizzazione di questo strumento è stata coordinata dall’Agenzia spaziale italiana. Scientificamente, DREAMS dovrà aiutare i ricercatori a decifrare l’ambiente marziano, fornendone una caratterizzazione durante la stagione delle tempeste di polvere. Per la prima volta si potrà verificare l’eventuale creazione di campi elettrici atmosferici, che potrebbero mettere in pericolo la strumentazione e anche una futura missione umana.
UN RADAR-LASER PER PREVEDERE LE ERUZIONI DEI VULCANI
Le eruzioni dei vulcani sono precedute dall’aumento di biossido di carbonio nei fumi che escono dal cratere. La sfida scientifica imminente è riuscire a misurare questo gas per capire quando il vulcano erutterà. E’ stata L’Enea a mettere a punto un prezioso strumento che andrà in aiuto a tutti i vulcanologi e permetterà di preallertare la popolazione civile in caso di pericolo. Si tratta di un radar laser (o lidar), basato su una tecnologia molto sofisticata che permette, per la prima volta, di misurare la concentrazione di CO2 nei gas vulcanici, un’operazione che con altre tecniche è rara, lenta, pericolosa e complessa anche per la difficoltà della distanza. Lo strumento si chiama ‘billi’, -acronimo di Bridge volcanic lidar- ed è in grado di misurare fino ad un chilometro di distanza e, grazie ad un sistema di specchi, il fascio laser può essere orientato in qualsiasi direzione.