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L’uovo sodo torna liquido per combattere il cancro

ROMA – Ci vogliono circa 10 minuti per cuocere un uovo sodo. Ma esiste un modo per farlo “sbollire”? Adesso sì. Un team di scienziati australiani ha trovato il metodo per rendere reversibile la cottura di un uovo sodo. Una scoperta che potrebbe tranquillamente vincere un Ig Noble Awards, il premio alle ricerche “strane, divertenti, […]

uovo sodoROMA – Ci vogliono circa 10 minuti per cuocere un uovo sodo.
Ma esiste un modo per farlo “sbollire”?
Adesso sì.
Un team di scienziati australiani ha trovato il metodo per rendere reversibile la cottura di un uovo sodo.
Una scoperta che potrebbe tranquillamente vincere un Ig Noble Awards, il premio alle ricerche “strane, divertenti, e perfino assurde”, se non fosse che questo procedimento potrà essere utilizzato nella lotta contro il cancro.
Quando bolliamo un uovo, le proteine tendono ad aggrovigliarsi tra di loro, solidificandosi.
Gregory Weiss dell’Università della California, Irvine (UCI), ha spiegato che l’idea base di questo esperimento era di trovare un metodo per “sbrogliarle”.

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La nuova tecnica, utile ma costosa, prevede di iniziare con un uovo sodo, per far tornare infine l’albume allo stato liquido.
“Con un dispositvo vengono isolate le proteine aggrovigliate, per poi essere ricomposte. Si parte con un uovo bollito per 20 minuti a 90°C, e si ritorna ad una proteina chiave dell’uovo perfettamente funzionante”.
Anche se non commestibile.

Non è la prima volta che gli scienziati riescono a “riformare” proteine aggrovigliate.
Ciò che rende questo nuovo processo di “sbollimento” così importante è che esegue ciò che è essenzialmente la dialisi molecolare in pochi minuti piuttosto che in giorni.
Il processo potrebbe essere particolarmente utile per la produzione di anticorpi tumorali, che attualmente vengono prodotti in costose cellule ovariche dei criceti.
Questo significa che le aziende farmaceutiche potrebbero accelerare notevolmente la produzione di proteine, cosa che renderebbe trattamenti contro il cancro più accessibili.

Lo studio è pubblicato sulla rivista ChemBioChem.

2017-05-10T12:31:17+02:00