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In Consiglio proposta di legge sul bullismo

Previsti corsi di formazione, programmi di sostegno per le vittime del bullismo, un osservatorio e una consulta

bullismoRoma – Mettere in campo interventi su vittime e bulli, che siano soprattutto preventivi; individuare i contesti dove il fenomeno su sviluppa maggiormente; formare e sensibilizzare non solo i docenti ma anche il personale scolastico e genitori. Sono solo alcune delle istanze avanzate dalle parti sociali, associazioni e enti ascoltati oggi durante l’audizione in commissione regionale Cultura, Politiche giovanili e Diritto allo studio alla Pisana, sulla proposta di legge che disciplina ‘Gli interventi regionali in materia di contrasto al bullismo’.

La proposta di legge prevede tra l’altro corsi di formazione, programmi di sostegno per le vittime del bullismo, un osservatorio e una consulta. A beneficiare dei contributi saranno comuni, istituzioni scolastiche, aziende del servizio sanitario nazionale e associazioni. Proprio “il proliferare di osservatori” e’ visto come un rischio per Alberto Giustini, presidente dell’Arci Lazio, che ha messo in evidenza “l’effettiva difficolta’ di enti e istituzioni che gia’ faticano a comunicare tra loro, figurarsi con i tanti nuovi osservatori che vengono istituiti periodicamente”. Necessario piuttosto “creare un tavolo permanente tra assessorati e tutti i soggetti interessati dove si affrontino le questioni da diversi punti di vista”. Riflessione che ha visto il parere favorevole di gran parte dei presenti, tra cui quello dell’ispettore superiore di Polizia, Tommaso Malandruccolo, secondo il quale la situazione attuale prevede “troppi interventi slegati tra loro”.

Ma l’elemento centrale del dibattito e’ ovviamente l’adolescente, sia in quanto vittima, sia in quanto ‘carnefice’. Necessario quindi intervenire, proteggere e analizzare entrambe le categorie, proprio perche’ il piu’ delle volte e’ lo stesso ‘bullo’ a suo modo una vittima. Per questa ragione, secondo la presidente dell’Arci Ragazzi comitato Roma, Anna Maria Berardi, la prevenzione deve iniziare “dalle primissime eta’ del bambino, per evitare che cresca con modelli sbagliati e per evitare determinate derivecausate da una educazione sbagliata”. E quindi, ‘educare i genitori a educare i figli’. Insegnare loro il rispetto delle diversita’ (dove il piu’ delle volte confluiscono i fenomeni di bullismo), mettere a disposizione dei ragazzi spazi (come le scuole) per dar loro la possibilita’ di esprimersi e coltivare interessi. A questo proposito, e’ fondamentale, secondo Berardi “mettere in contatto i bambini con il mondo delle arti”. Su questo punto e’ quindi intervenuto direttamente il presidente della commissione, Cristian Carrara (Per il Lazio), sottolineando “il contributo importante che offre la legge appena approvata dal Consiglio regionale sullo spettacolo dal vivo, il cinema e l’audiovisivo”. E sempre a proposito di prevenzione, il segretario generale dell’Osservatorio nazionale sul doping e bullismo, Luca Massaccesi ha individuato la fascia d’eta’ che va dalla terza alla quinta elementare come quella piu’ bisognosa d’intervento, “dove posono iniziare a germogliare nella crescita del bambino quelle devianze che potrebbero portarlo a diventare
un bullo”. Fino a un apice del fenomeno che avviene, sempre secondo Massaccesi “al 14esimo anno d’eta’”.

Per il presidente dell’Osservatorio, “un mediatore tra i ragazzi e il bullismo, puo’ essere sicuramente lo sport”. Non solo praticato ma anche ascoltato. Quindi convegni, incontri scolastici e iniziative che coinvolgano i giovani e i campioni dello sport olimpici e paralimpici, per “trasmettere ai ragazzi quell’etica sportiva che li allontanerebbe dal fenomeno bullismo”. Massaccesi ha infatti sottolineato come a livello statistico “negli ambienti sportivi la percentuale di bullismo sia molto piu’ bassa rispetto ad altri contesti. Dove invece il fenomeno e’ piu’ frequente in assoluto- ha concluso- troviamo appunto, la scuola”. Save the Children invece ha posto l’accento sulle nuove frontiere del bullismo che non si limita piu’ agli ambienti ‘canonici’ come scuola o altri luoghi di aggregazione. “Bullismo e cyberbullismo- ha, a questo proposito, spiegato Matteo Rebesani- sono sempre piu’ in associazione, tanto da non poter ormai piu’ essere distinti”. Infine, lo stesso Rebesani si e’ domandato se il ruolo e le funzioni della consulta (ricerca, monitoraggio e valutazione del fenomeno) “non possano gia’ esser svolte da istituzioni gia’ esistenti”. Il presidente Carrara ha invitato tutti i presenti a inoltrare le proprie istanze per via telematica entro lunedi’,
data in cui verranno presentati dai commissari gli emendamenti, prima che il testo approdi in Aula per la definitiva approvazione.

2017-06-08T12:43:56+02:00