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Diventa cieca dopo il bacio del suo gatto

ROMA – Una mattina Janese Walters si è svegliata scomprendo di non riuscire più a vedere con il suo occhio sinistro. Un incubo divenuto realtà con un bacio, quello del suo gatto. La donna, originaria di Toledo, Ohio, ha contratto quella che viene comunemente chiamata malattia da “graffio di gatto”. “Mi sono svegliata un giorno […]

gatto-bacio-infezioneROMA – Una mattina Janese Walters si è svegliata scomprendo di non riuscire più a vedere con il suo occhio sinistro.
Un incubo divenuto realtà con un bacio, quello del suo gatto.
La donna, originaria di Toledo, Ohio, ha contratto quella che viene comunemente chiamata malattia da “graffio di gatto”.
“Mi sono svegliata un giorno e non ho potuto vedere con il mio occhio sinistro”, ha raccontato Janese.
Dopo un mese di test e analisi inconcludenti, i medici alla fine sono siusciti a risalire alla fonte della sua cecità: il suo gatto.
La donna è stata infettata da un batterio comune noto come Bartonella henselae, che provoca una condizione chiamata, appunto, “graffio di gatto”.
L’infezione rara può essere trasmessa dai felini agli esseri umani attraverso morsi o graffi, ma può anche essere trasmessa attraverso comportamenti affettuosi, ad esempio quando un gatto lecca ferite aperte.

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La sua condizione purtroppo non è reversibile, ma si sente fortunata per non aver trasmesso il batterio anche all’altro occhio.
Inoltre, la rara infezione potrebbe causare gravi complicazioni al cervello, occhi, cuore o altri organi interni.
Il “graffio di gatto” può diffondersi attraverso tutto ciò che è esposto alla bocca del gatto, come la sua saliva o anche i suoi peli, ma può essere evitata lavando le mani dopo ogni contatto con i gatti.

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I gatti vengono infettati attraverso le punture di pulci.
Il portatore del batterio non sviluppa sintomi, se non in pochissimi casi (linfoadenite, gengiviti).

In realtà, il 40 per cento dei gatti sono possibili portatori del batterio, ma l’infezione è più probabile che si verifichi in persone con sistema immunitario indebolito e bambini di età inferiore ai 5 anni.
I cuccioli di circa 1 anno hanno più probabilità di diffondere l’infezione.

2017-06-08T16:18:38+02:00