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Giappone, creato il primo ologramma che può essere toccato

ROMA – Fino ad oggi poteva rimanere sigillato nelle pagine di un racconto di fantascienza, ma adesso l’ologramma interattivo è realtà. Un team di ricercatori del Digital Nature Group dell’Università di Tsukuba, Giappone, ha realizzato una tecnologia di interfaccia 3D in grado di consentire alle immagini virtuali di essere manipolate. Chiamato “Fairy Lights”, il progetto […]

ologramma-interattivoROMA – Fino ad oggi poteva rimanere sigillato nelle pagine di un racconto di fantascienza, ma adesso l’ologramma interattivo è realtà.
Un team di ricercatori del Digital Nature Group dell’Università di Tsukuba, Giappone, ha realizzato una tecnologia di interfaccia 3D in grado di consentire alle immagini virtuali di essere manipolate.
Chiamato “Fairy Lights”, il progetto è stato avviato come un mezzo per migliorare la tecnologia esistente di ologrammi 3D e quelli che reagiscono al tatto a mezz’aria.
In realtà la tecnologia alla base di ologrammi tangibili è in vigore da un certo numero di anni, ma non era neanche lontanamente in grado di essere introdotta sul mercato commerciale, perché i raggi laser che generano l’ologramma, bruciano la pelle umana a contatto con essi.
Il progetto utilizza un laser a femtosecondi, cioè un laser che emette impulsi super-veloci ritmi a ritmi super-intensi (per la cronaca, un femtosecondo è solo 1 / 1.000.000.000.000.000 o un milionesimo di miliardesimo di un normale secondo).
Gli impulsi “eccitano” la materia per creare “voxel” di luce, formata per disegnare gli ologrammi 3D con una risoluzione di “4.000 e 200.000 punti al secondo” spiegano gli autori.

ologramma-3d-tattile-fairy-lights

Questo porta alla formazione dei pixel, che rispondono al tatto quando gli impulsi vengono interrotti.
Perché è importante la velocità laser?
Perché più veloce è il laser, più sicuro è il contatto per gli esseri umani.
Ma a parte questo, ciò che rende Fairy Lights così interessante non è solo che è più sicuro. E’ anche possibile “sentire” al tatto la luce.
“Le onde d’urto sono generate dal plasma quando un utente tocca i voxel di plasma”, scrivono gli autori. “L’utente sente un impulso sul dito come se la luce avesse sostanza fisica.”

In altre parole, si tratta di un nuovo tipo di interfaccia tattile.

2017-05-09T16:32:16+02:00