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Il liquido seminale

Verità e falsi miti da sfatare

11 Febbraio 2016

coppiaPer i più giovani che si affacciano timidamente alla sessualità, il timore d’imbattersi erroneamente in una gravidanza amplifica il rimbombo delle voci di corridoio e distorce la propria percezione della realtà. Si arriva a pensare che si può rimanere incinta nei modi più disparati e che gli spermatozoi possano superare le barriere del suono, sopravvivere negli ambienti più ostili e fecondare sfidando le leggi della fisica! Allora proviamo a fare chiarezza, sfatando alcuni falsi miti. Il liquido seminale, noto anche come sperma, è costituito da spermatozoi immersi in un mezzo liquido chiamato plasma seminale. Quest’ultimo è essenziale per la maturazione, il metabolismo e la vita degli spermatozoi, nonché per la sopravvivenza degli stessi dopo l’eiaculazione (emissione, al culmine dell’atto sessuale (orgasmo), del liquido seminale attraverso l’uretra). Gli spermatozoi, invece, rappresentano le cellule riproduttrici maschili, che una volta rilasciate in vagina, insieme alle altre componenti dello sperma, risalgono l’apparato riproduttivo femminile per fecondare la cellula uovo.

Appena emesso, il liquido seminale coagula, assumendo una consistenza gelatinosa ed un colore bianco-lattiginoso. Pochi minuti dopo l’eiaculazione inizia il processo di dissoluzione del coagulo e rifluidificazione dello sperma, che si completa nei 20 minuti successivi per opera di specifici enzimi. Gli elementi che lo compongono sono ad alto valore nutritivo e pertanto non sono, di per sé, nocivi per la salute, se si esclude l’eventuale presenza di virus infettivi (es. HIV) oppure batteri. Lo sperma infetto, in quanto secrezione genitale, può essere pertanto veicolo di malattie come ad esempio l’AIDS, la sifilide o la gonorrea, trasmissibili attraverso lo scambio di fluidi corporei; queste malattie vengono pertanto definite “sessualmente trasmissibili” o “veneree”. Per l’essere umano l’unico sistema di protezione contro queste malattie è di natura meccanica, attraverso l’utilizzo del profilattico (o preservativo), che impedisce il contatto diretto dei fluidi corporei e pertanto evita, a meno di falle nella struttura plastica, sia l’eventuale trasmissione di malattie sia il concepimento. La sopravvivenza dello spermatozoo nell’apparato genitale femminile varia dai 3 ai 6 giorni (è stata osservata una sopravvivenza fino a 6 giorni nelle cripte del canale cervicale). La sopravvivenza al di fuori delle vie genitali femminili dipende da condizioni di temperatura, ph, umidità e fattori nutrizionali che dovrebbero essere simili a quelle delle vie genitali femminili che difficilmente si ritrovano nell’ambiente esterno, per cui se non ci sono queste condizioni ottimali in realtà gli spermatozoi sopravvivono all’aria, sui vestiti ecc, per poco tempo.

Il tempo esatto è impossibile da definire in modo preciso, prima di tutto perché gli spermatozoi non sono tutti uguali, essendo alcuni più vitali, altri meno, e le condizioni ambientali sono molto variabili da caso a caso, ma una cosa è certa: sicuramente è molto difficile ritrovare all’esterno delle vie genitali femminili una condizione ottimale per la sopravvivenza degli spermatozoi. Se lo sperma è secco, o ci si è lavati le mani, è evidente che le condizioni ottimali di sopravvivenza sono state vanificate. Lo spermatozoo per essere in grado di fecondare, oltre ad essere “vivo”, deve poi subire un processo di attivazione, che si chiama capacitazione, che si realizza nelle vie genitali femminili. In una coppia giovane, sana e fertile, le probabilità di concepimento si aggirano intorno al 25-30% al massimo se il rapporto avviene in fase ovulatoria, quindi devono essere soddisfatte delle condizioni bene precise perché avvenga la fecondazione, per questo è importante essere ben informati!

2016-02-11T11:13:00+01:00