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Cosa ci nasconde la neve artificiale?

Camilla Giordani I.C. Sinopoli Ferrini - Roma

Con quest’ altro inverno anomalo che l’Italia ha avuto, si è ripresentato il problema, per le numerose località sciistiche, della neve e per salvare la stagione, la neve artificiale rappresenta una delle innovazioni più importanti del secolo. Riguardo a questa invenzione,  ci sono dei pareri favorevoli e dei pareri sfavorevoli. Mettere in funzione i cannoni sparaneve ha un costo sia monetario sia ambientale: per produrre infatti due metri cubi di neve artificiale, occorrono circa 1.000 litri di acqua,  che salgono a 20.000 metri cubi per innevare artificialmente una pista di medie dimensioni (1.600 metri di lunghezza). Oltre al grande spreco di acqua, si aggiunge l’inquinamento dei camion che devono trasportare la neve e l’energia elettrica necessaria ad alimentare i cannoni. Oltre a queste problematiche, c’è il disboscamento necessario sia per creare le piste sciistiche, sia per la produzione di bacini artificiali che servono per fornire l’acqua necessaria per l’innevamento con i cannoni sparaneve. Ci sono anche però altri aspetti positivi: la neve artificiale permette di salvare moltissimi posti di lavoro nel settore turistico. Infine l’acqua, che all’inizio sembra venire sprecata per l’innevamento artificiale, in primavera con lo scioglimento della neve, viene restituita all’ambiente, ripristinando così gli equilibri del ciclo idrologico. Purtroppo il continuo innalzamento della temperatura terrestre comporta dei cambiamenti sui quali dobbiamo intervenire,  trovando nuove soluzioni e rispettando il più possibile l’ambiente e la natura che ci circonda.

CAMILLA GIORDANI PRIMA A
I.C. Sinopoli Ferrini – Roma

2016-02-23T10:15:42+01:00