Oggi abbiamo intervistato le signore Lucia e Tabita mamme di due nostri compagni di origine rumena. E’ stato come fare un viaggio alla scoperta di posti nuovi restando all’interno della nostra aula! Abbiamo avuto l’opportunità di gustare un dolce alla mela tipico della Romania preparato dalle gentili signore e una bevanda al succo di uva.
Ecco le nostre domande su un paese ricco di storia e di tradizioni.
Da quanto tempo vive in Italia?
La signora Tabita vive in Italia da 11 anni e proviene da Alba Iulia una città situata a Nord che oggi è molto cambiata; al suo interno infatti la parte storica si è unificata con la parte della città moderna. La signora Lucia invece vive in Italia da 10 anni e viene da una città più centrale che faceva parte della Moldavia (oggi controllata in parte dalla Romania ed in parte dalla Russia).
Per quale motivo è venuta ad abitare a Palermo?
La signora Lucia quando era in Romania si è iscritta presso un’agenzia ad una lista per trovare un lavoro; dopo 4 giorni è stata contattata per lavorare presso una famiglia qui a Palermo dove lavora tutt’ora.
La signora Tabita ha vissuto inizialmente a Terni spinta dalla voglia di lavorare in Italia. In Romania fabbricava oggetti di porcellana. Successivamente, poiché una famiglia di anziani a Palermo aveva bisogno di una collaboratrice, lei e il marito sono venuti a lavorare qui. Il marito, dopo un certo periodo, ha preferito tornare in Romania. La signora invece è rimasta nel nostro paese perché è innamorata della nostra città, qui si è sentita subito indipendente. Questo forte legame con la nostra città ha fatto sì che la signora tornasse in Romania solamente dopo 4 anni.
Come si trova nel nostro Paese ?
La signora Tabita si trova benissimo per il clima, per l’accoglienza dei cittadini, ma soprattutto per la vicinanza del mare che ha visto per la prima volta nel nostro paese. Ricorda quel momento con una forte emozione! Anche la signora Lucia si trova molto bene in Sicilia, ma ha nostalgia del proprio paese, del clima freddo e soprattutto della neve che la figlia non ha ancora potuto vedere.
Cosa le piace e cosa non sopporta della nostra città?
Entrambe le signore affermano che Palermo è molto bella per le possibilità che offre ai bambini come il mare, i parchi e le aree attrezzate per lo svago e il divertimento. Ciò che invece costituisce un problema è la maleducazione delle persone che non rispettano l’ambiente, la loro cattiveria che a volte sfocia in “razzismo”. Questo però succede anche in Romania dove spesso loro stesse vengono trattate come delle “clandestine” a causa del pregiudizio legato alla decisione di abbandonare il paese d’origine per cercare fortuna all’estero. Un altro aspetto negativo è rappresentato dalla sporcizia nelle strade della nostra città; ciò per loro infatti è un’abitudine strana in quanto in Romania esistono delle regole molto ferree circa il rispetto dell’ambiente e coloro che non le rispettano vengono puniti repentinamente e severamente puniti dalla polizia.
Conosce il dialetto siciliano ?
La signora Lucia lo conosce in quanto è usato nella famiglia in cui lavora. Durante il primo periodo di permanenza nella famiglia non lo capiva, ma dopo un anno lo parlava addirittura meglio dell’italiano. In Romania non ci sono i dialetti bensì i “regionalismi” che consentono di identificare uno stesso oggetto utilizzando una terminologia differente da regione a regione.
Ha mai nostalgia del suo paese?
Alla signora Lucia manca molto il suo paese; le manca la campagna dove viveva, ma non vorrebbe tornare a vivere in Romania perché qui in Italia ci sono più possibilità per sua figlia sia da un punto di vista formativo che lavorativo. Anche alla signora Tabita mancano molto gli amici, la famiglia, gli affetti ma le dispiace molto di non essere nata qui a Palermo, in questa città che ormai è la sua casa. Proprio per questo motivo non vorrebbe tornare a vivere in Romania perché si sentirebbe privata della sua vita, della sua casa come un albero che viene sradicato e messo in un posto che non sente proprio. La signora infatti preferisce fare sacrifici qui in Italia per i propri figli e per il loro futuro piuttosto che tornare in Romania.
E’ mai ritornata nella città in cui è nata?
Entrambe sono tornate nel paese d’origine anche se la signora Lucia è potuta tornare solamente due volte da quando è nata la figlia la quale è profondamente innamorata delle origini rumene.
Ci racconta un episodio della sua infanzia vissuta in Romania?
La signora Lucia ci racconta di una gita in seconda elementare. I bambini più meritevoli venivano eletti “pionieri”. In base al loro grado di merito i bambini potevano visitare posti più o meno importanti e privilegiati. La signora Tabita ci racconta che nella sua scuola il titolo di “pioniere” veniva conferito allo studente nel cortile, davanti a tutti gli alunni della scuola. La signora Lucia racconta con nostalgia di una gita al castello di Cetatea Neamjului dedicato a Ion Creanga, un personaggio molto caro ai bambini simile al nostro “Gianburrasca” .
Come sono le scuole in Romania?
La scuola è molto severa. Si studia fin da piccoli il latino e questo è stato molto importante per la signora Lucia perché la conoscenza di tale lingua l’ha aiutata molto a capire l’italiano. Anche lo studio della geografia affrontato nelle scuole del paese d’origine è stato molto importante perché le ha permesso una volta giunta in aereo qui in Italia di riconoscere dall’alto le caratteristiche geografiche del nostro paese. Le scuole in Romania sono molto grandi, come dei “castelli”, sono a due piani, con molto verde attorno, molti fiori, le classi sono molto ben arredate e ci sono grandi cortili. La signora Tabita ci racconta che la sua scuola era a due piani e si studiava in due turni: la scuola elementare di mattina e il resto delle classi il pomeriggio. La scuola dell’infanzia invece eraa collocata in una sede differente.
Può dirci quali sono i piatti tipici del suo paese ?
È molto diffuso il succo d’uva da bere fresco prima che diventi mosto e un dolce fatto in casa con mele.
Ci racconti un giorno particolarmente bello vissuto nel suo paese?
La signora Lucia ricorda con affetto il quarto compleanno della figlia festeggiato in Romania. In quell’occasione la bambina ha conosciuto i nonni e gli altri familiari. La signora Tabita racconta di una giornata trascorsa in una antica casa in campagna priva di confort ed elettricità insieme alla sorella e ai bambini. Questa esperienza ha dato loro la possibilità di vivere immersi nella natura, di godere il contatto con l’erba, gli animali, l’emozione di gustare frutti colti direttamente dall’albero e bere l’acqua direttamente da una fonte.
Ci sono particolari tradizioni nel giorno del matrimonio?
La signora Lucia racconta che nella sua città la sposa già con l’abito nuziale aspetta che arrivi lo sposo in compagnia di amici, parenti e alcuni musicisti. Dopo il rito nuziale gli sposi mangiano un savoiardo inzuppato nel miele come simbolo di amore, prosperità e condivisione.
La signora Tabita ci racconta invece che ad Alba Iulia lo sposo con una “band” e gli amici va a prendere a casa i testimoni e tutti insieme vanno dalla sposa. Qui dopo che la testimone e la sorella della sposa fanno un rito per metterle il velo, viene posto il fiore sulla giacca sia allo sposo che ai testimoni. Infine la sposa sale su un tavolo, viene tagliato un dolce simile al panettone a forma di croce e, dopo che la sposa dà il primo morso, viene diviso a tutti i partecipanti.
Ci dice una frase nella sua lingua madre? Cosa significa?
“BINE ATI VENIT IN ROMANIA”= Benvenuti in Romania
“VA INVITAM IN VACANTA”= Vi invitiamo in vacanza in Romania
Signora ci racconti una delle tradizioni più sentite in Romania?
Molto sentita è la tradizione del “Martisor”. A partire dal 1° marzo per tutto il mese si mette sul petto delle bambine un ciondolo simbolo della primavera e della rinascita generalmente con i colori bianco e rosso.
Qualche altra curiosità del suo paese?
In Romania sono molto sentiti i canti di Natale che i bambini intonano bussando di porta in porta. Tali canti dedicati a Gesù o a Babbo Natale vengono ascoltati dagli adulti i quali offrono dolci, noci o mele. Solo in tempi recenti vengono donate delle monetine. Anche il giorno di Capodanno i bambini bussano di porta in porta intonando i canti dell’occasione accompagnati da una capra di legno dotata di una bocca che i bambini possono muovere per simulare il canto.
Vengono preparate delle uova sode, colorate di rosso o di blu e poi decorate a mano. Difficilmente troviamo in Romania le uova di cioccolato; possiamo invece trovare dei piccoli coniglietti di cioccolato. Tipico della giornata di Pasqua è il pranzo con l’agnello e la degustazione di una miscela di carne macinata fatta con le interiora degli animali. Un’altra tradizione consiste nel mettere la mattina di Pasqua un uovo nell’acqua colorata di rosso insieme a tre monetine; ciascun componente della famiglia quando si sveglia dovrà lavarsi il viso con l’acqua colorata; l’ultimo a svegliarsi oltre a lavare il proprio viso con la stessa acqua come simbolo di prosperità, ha anche la fortuna di tenersi le tre monetine.
Classe II D
Direzione Didattica “E. De Amicis”
sede “Nazario Sauro” – PALERMO