Un sorso d’acqua,
come finire una poesia
nelle viscere inospitali
di un carrubo schiantato:
fuori luogo,
fuori tempo!
Sola con quello che ho dentro
e sono dentro!
Cospargo di ciliege le mie serpi,
ostili riguardi ai passati pendoli tremolanti.
Come Proserpina libera io,
dea agreste,
consacro ad Ade le mie promesse,
mio carnefice,
mia guida!
Anche le bighe possenti
tacciono alla mia vista!
Troppe fragilità affiorano
nei gesti,
ma le parole,
alleate ingannevoli,
a piedi scalzi sazieranno
di fiori leggeri solo me!
Lucia Barbagallo II B Liceo Classico “G. Carducci” – Comiso(RG)