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La provocazione di Biancoshock: tombini arredati come mini appartamenti

“Borderlife” è il progetto dedicato ai senza tetto dello street artist milanese

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Roma – In alcune aree dismesse di Milano compaiono tombini arredati ad hoc. Eleganti soggiorni, graziose cucine e bagni dotati di ogni comfort: praticamente mini appartamenti sottoterra in pochi, pochissimi, metri quadrati. Si tratta di “Borderlife”, progetto nato dalla mente brillante di Biancoshock, street artist milanese spesso impegnato nel dare voce a chi non ne ha. “Se alcune criticità non si possono evitare – spiega l’artista – tanto vale renderle confortevoli”, così i tombini diventano case per i senza tetto.

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Con una pungente e irresistibile ironia, Biancoshock lancia la provocazione e invita a riflettere su problematiche urgenti, portando l’opera alla vista di tutti. Sul sito spiega di essersi ispirato alla vita di quei senzatetto (oltre tremila – tra cui anche giovanissimi) che vivono nel sottosuolo di Bucarest; nelle fogne della capitale Romena c’è infatti più di un mondo e in pochi sanno davvero cosa succeda là sotto. Un’iperbole questa in confronto a ciò che accade nella città milanese, ma l’indifferenza verso chi vive proprio lì – alla luce del sole – ha un suo peso ben specifico. Il titolo dell’opera è nato quindi dalla fusione di “border” e “life”, proprio per indicare una vita vissuta sempre al limite, in una lotta continua a quello status di invisibili, ultimi e dimenticati. Sempre lontani dagli occhi della gente, ai margini, come se abitassero in un tombino. Un intervento quello di Biancoshock che apre gli occhi e, parodicamente, racconta di persone che tutt’oggi sono costrette a vivere in condizioni limite.

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2016-04-05T15:00:06+02:00