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Rivincita per Google Books: la Corte Suprema nega qualsiasi violazione di copyright

Il terzo grado di giudizio non ha dubbi, Big G offre benefici e promuove il progresso

Google-BooksROMA – Una lunga battaglia legale durata oltre dieci anni e tante critiche da parte di autori provenienti da tutto il mondo: Google Books ha oggi la sua rivincita, non esiste nessuna violazione di copyright per il suo operato. La Corte Suprema ha, infatti, respinto il ricorso dell’associazione Authors Guild e sancito come legale l’opera di scansione di libri e manoscritti. Secondo il parere del giudice federale Denny Chin, il cosiddetto “Library Project” utilizzato da Google Libri rientra nella categoria del “fair use”, ovvero la presentazione a scopo didattico o di documentazione di materiale coperto da copyright.

La Authors Guild e vari autori indipendenti si erano uniti per contestare a Google, nel 2005 – a un anno dalla nascita del progetto Books -, la violazione dei loro diritti. Da allora due gradi di giudizio si sono espressi a favore di Big G e oggi arriva la terza conferma: “Google Books offre benefici pubblici, promuove il progresso delle arti e delle scienze, pur rispettando i diritti degli autori e dei creatori, e senza avere impatti negativi sui detentori del copyright”, questo quanto i giudici avevano detto nel primo processo.
Su Google Books i libri non protetti da copyright, così, potranno continuare ad essere scaricati e visualizzati in versione completa, mentre per quelli protetti da copyright restano disponibili estratti di lunghezza variabile a seconda della volontà dell’autore (il minimo è due o tre righe per contestualizzare la parola ricercata). Critiche a parte sono giunte sul peso che Google Books possa avere sulla perdita delle vendite nelle librerie di tutto il mondo. Il caso, però, adesso è  definitivamente chiuso.
2018-06-05T15:37:11+02:00