hamburger menu

Fedez lascia Siae e si affida a Soundreef per raccolta dei diritti d’autore

Il rapper va controvento: “Voglio sostenere chi fa della trasparenza e della meritocrazia un valore fondante”

30 Aprile 2016

FEDEZ SOUNDREEF

ROMA – Fedez non ci sta proprio a fare le cose secondo le convenzioni.
Il rapper e produttore discografico ha, infatti, lasciato la Siae (Società Italiana Autori Editori) per  affidarsi  a Soundreef nella raccolta dei suoi diritti d’autore e dei suoi proventi.
L’accordo è stato firmato a Milano tra lo stesso cantante e l’amministratore delegato di Soundreef, Davide D’Atri.

“Quella di Federico – commenta D’Atri, fondatore e amministratore delegato di Soundreef, che lo scorso 18 marzo è stata riconosciuta ufficialmente in Inghilterra in materia di diritti d’autore – è una scelta coraggiosa ma anche di innovazione, dettata dalla voglia di cambiare il sistema che garantisce i più forti. La rivoluzione digitale non poteva che travolgere i monopoli che ancora resistono nel nostro Paese, assisteremo presto a un effetto domino”.

“Ho scoperto Soundreef – ha raccontato Fedez in conferenza stampa – perché sono appassionato di start up e in più si occupa di un contenuto che mi riguarda direttamente. Ho scelto di affidarmi a loro per la raccolta dei miei diritti d’autore perché voglio sostenere chi fa della trasparenza e della meritocrazia un valore fondante”.

Mentre in molti Paesi opera più di una società in concorrenza per la gestione dei diritti, il percorso istituzionale nel nostro Paese è ancora all’inizio dell’esame parlamentare e per sollecitare il recepimento delle disposizioni europee, Soundreef e oltre 300 fra imprenditori e investitori hanno consegnato una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nella missiva sono illustrate le ricadute positive (nuovi posti di lavoro e innovazione del settore) della liberalizzazione e della fine del monopolio Siae, che favorisce solo “vecchi privilegi e rendite di posizione”. Ciascun autore potrebbe affidare la gestione dei propri diritti d’autore a qualsiasi società autorizzata, a prescindere dal Paese di residenza, e ricevere i compensi in tempi più celeri. La determinazione puntuale e digitale dei compensi favorirebbe soprattutto i giovani autori, che attualmente non riescono a recuperare neppure le quote di iscrizione a Siae.

“Un mese fa mia madre, con cui lavoro, – ha continuato Fedez – mi ha dato i miei rendiconti della Siae del 2013, e tutto è nato da lì: ho cercato alternative e mi sono informato sulle macchinosità burocratiche della Siae, nella quale ho riscontrato diverse problematiche”. Il rapper ha specificato, però, che, il suo, non è un tentativo di demonizzare la Siae, solo di andare oltre e aprire una discussione. “Spero che questa mia scelta possa accendere un riflettore su un argomento complesso: c’è una legge da fare in tempi brevi nell’interesse della discografia italiana”.

Negli ultimi anni il Parlamento ha esaminato diverse proposte di legge di recepimento della direttiva “Barnier” dell’Unione Europea (la n. 26 del 2014) che sancisce l’apertura del mercato della raccolta e gestione dei diritti d’autore sulle opere musicali a operatori privati. Il termine per il recepimento è scaduto, però, lo scorso 10 aprile  e  l’Italia non ha ancora legiferato ma il Parlamento ha ora allo studio – il varo è atteso nelle prossime settimane – un provvedimento che punterebbe a maggiore trasparenza del settore.

“Prendiamo atto della sua scelta, ci dispiace perdere uno dei nostri 80 mila associati. – ha replicato la Siae – Continuiamo a stimare Fedez come artista ma riteniamo che le sue dichiarazioni siano frutto di una non corretta informazione”.

2017-05-17T16:34:20+02:00