Capa e Modotti mi hanno conquistato tra i banchi di scuola
Sono un ragazzo che frequenta la terza media e l’argomento di studio che mi è particolarmente interessato durante quest’anno scolastico è stato la storia dei fotografi Robert Capa e Tina Modotti, la loro vita ha stuzzicato la mia curiosità verso una forma d’arte che non ritenevo importante. Superficialmente la credevo “facile”: per fare una foto basta premere un pulsante, studio e talento non li pensavo necessari.
Le due biografie mi hanno suscitato interesse per il modo di vivere e agire di entrambi, legati dalla comune passione verso la fotografia.
Robert Capa era un reporter della seconda guerra mondiale, morto a causa di una mina antiuomo. Le sue foto portano l’attenzione del pubblico sull’uso delle armi, ma cattura anche l’aspetto umano della guerra: la quotidianità vissuta dai soldati e dal popolo.
Tina Modotti, oltre ad essere friulana, mi ha colpito per la sua personalità, la tenacia e capacità di vivere la vita. Questa è stata molto movimentata e sempre in viaggio. La sua esistenza l’ha vista lavorare come modella, attrice e, infine, viene ammaliata dalla passione per l’arte fotografica per la quale è ricordata a livello mondiale.
Sul suo lavoro abbiamo avuto l’opportunità di visitare la mostra “Tina Modotti: la nuova rosa. Arte, storia, nuova umanità” al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea – Casa Cavazzini di Udine.
Questo argomento lo abbiamo approfondito, non solo dal punto di vista artistico, ma anche tecnico e pratico. Costruire una camera oscura con materiali semplici, comuni e reperibili facilmente è stato significativo. Realizzandola ho appreso il meccanismo per catturare l’immagine delle vecchie macchine fotografiche con facilità e chiarezza.
Questo argomento mi ha aiutato a trovare uno stimolo per comprendere come può essere meno pesante studiare e apprendere materie che ritenevo difficili o poco attrattive.
Giulio Piccoli
Istituto salesiano G. Bearzi