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Alla scoperta del corpo virtuale

Nell’era digitale i codici della comunicazione vengono spesso sovvertiti, infatti si tende a vivere sempre più in una rete virtuale piuttosto che in una dinamica relazione reale. Anche la sessualità è diventata multimediale, tra chat, siti dedicati, immagini erotiche scambiate via web e smartphone. Una ricerca del professor Carlo Foresta della Uoc Servizio per la […]

corpo virtualeNell’era digitale i codici della comunicazione vengono spesso sovvertiti, infatti si tende a vivere sempre più in una rete virtuale piuttosto che in una dinamica relazione reale. Anche la sessualità è diventata multimediale, tra chat, siti dedicati, immagini erotiche scambiate via web e smartphone.
Una ricerca del professor Carlo Foresta della Uoc Servizio per la patologia della riproduzione umana dell’Azienda Università-Ospedale di Padova, ha analizzato gli effetti negativi del sesso virtuale su un campione di giovani italiani tra i 18-20 anni. Il 78% dei giovani si definisce fruitore abituale di siti porno, con una permanenza nei siti in media di 20-30 minuti. I giovani intervistati dichiarano che la frequentazione di questi siti diventa spesso un’abitudine, e il 10% considera questa pratica una vera dipendenza.
La pornografia via web può rientrare nei comportamenti da dipendenza patologica, in quanto la ricerca compulsiva di siti inibisce e altera le modalità con cui si vivono i rapporti vis à vis. A parlare di dipendenza dalla sessualità multimediale è l’8% dei più accaniti frequentatori.
Come in tutti i domini virtuali, l’utente può costruire una nuova identità, sentirsi diverso e forse anche più apprezzato, perché libero da inibizioni e ansie. La dimensione virtuale permette di bypassare possibili rifiuti sociali e di gestire il senso di inadeguatezza, oltre al fatto che si riducono i rischi di contrarre malattie sessualmente trasmissibili o di imbattersi in gravidanze indesiderate.
Durante l’adolescenza la curiosità per la pornografia potrebbe essere un passaggio naturale, il 71% dei maschi tra i 14 e i 16 anni, e poco meno della metà delle ragazze della stessa età, ha guardato un video pornografico. Il corpo è il protagonista indiscusso dei vissuti dei ragazzi; è un corpo che cambia troppo rapidamente e non segue regole precise. Nella tempesta emotiva l’adolescente è spinto a vivere e sperimentare tutti gli estremi anche e soprattutto nella sessualità; e il web diventa un vero e proprio spazio di iniziazione e probabilmente collude anche con la sensazione di onnipotenza che caratterizza gli adolescenti in questa fase di crescita. La ricerca di immagini e di video se da un lato stimola diverse vie del piacere, dall’altro centra tutta l’attenzione dell’adolescente solo sull’uso del corpo e non sulle emozioni e sullo stare insieme, portando quindi ad una scissione netta tra corpo e mente. La sessualità per i giovani non è più un tabù, eppure sembra che l’informazione non riesca a contenere tutti i dubbi e le fantasie dei ragazzi. Il web è uno spazio saturo di solitudine ma anche di insidie, perché nonostante il web garantisca l’anonimato, Internet non cancella nulla. La voracità con cui si consumano le emozioni sul web fa spesso perdere agli utenti la possibilità di inserire un pensiero.
Sembra che sempre più ricerche propongano una relazione tra i filmati porno e gli agiti sessuali aggressivi degli adolescenti. Certo la pornografia tende a legittimare ogni fantasia o atto sessuale, dove lo spirito di emulazione diventa la guida per questi adolescenti che probabilmente usano l’aggressività perché hanno sempre meno strumenti per poter affrontare l’incontro con l’altro.

Lo sapevi che…

È sempre più diffuso tra i giovani uomini l’uso delle pillole stimolanti, a causa delle disfunzioni erettili. A differenza delle più famose come il Viagra, che porta a dover programmare l’atto sessuale, la pillola dell’amore Avanafil agisce in soli 30 minuti favorendo un immediato flusso sanguigno al pene durante la stimolazione sessuale, flusso che è responsabile dell’erezione.

Dall’Università di Aalborg arriva la proposta di proiettare film pornografici durante le ore di lezione allo scopo di far capire ai ragazzi la differenza tra finzione e realtà. Favorire una lettura critica delle scene a luci rosse in cui si possono imbattere navigando nel web, potrebbe aumentare e stimolare nei giovani un maggiore responsabilità.

Il documento redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità relativo all’educazione sessuale riporta indicazioni in base alle fasce di età, prendendo in considerazione bambini e adolescenti da 0 a 16 anni. Ecco una sintesi dei punti salienti su cui gli insegnanti sono invitati a intervenire:
bambini da 0 a 4 anni: favorire l’apprendimento del piacere quando si gioca con il proprio corpo e incoraggiare la scoperta dello stesso;
bambini da 4 a 6 anni: parlare dell’amore, delle relazioni affettive tra persone di sesso diverso o uguale, favorendo il consolidamento dell’identità di genere;
bambini da 6 a 9 anni: impartire nozioni tecniche su cambiamenti del corpo, mestruazioni, eiaculazione, contraccezione;
bambini da 9 a 12 anni: informare sui rischi e le conseguenze delle esperienze sessuali non protette: malattie a trasmissione sessuale e gravidanze indesiderate;
adolescenti da 12 ai 15 anni: spiegare il concetto di pianificazione familiare, facendo comprendere che cosa può significare diventare genitori in età giovanissima. Far conoscere il concetto di prostituzione e pornografia.

Dubbi e domande…

Anonima, 29 anni
Ho scoperto che ilmio ragazzo tutti i giorni si guarda i porno…

Anonima
È normale che un ragazzo guardi i porno quando la fidanzata è da lui e potrebbe stare con lei?…


L’amore virtuale nella serie “The big bang theory”.


2021-02-11T10:38:19+01:00